Strappato, presso la sede degli anarchici a Jesi, lo striscione solidale con i lavoratori della Caterpillar.
Dietro un gesto stupido c’è tuttavia il segno dei tempi. La vandalizzazione dello striscione che gli anarchici jesini avevano esposto davanti alla loro sede in sostegno alla lotta dei lavoratori della Caterpillar per difendere il loro futuro e il diritto al lavoro, ci racconta dell’impoverimento civile e del degrado culturale che colpisce le nostre comunità.
Lotte come quella infatti hanno, dovrebbero avere, qualcosa di “sacro”, perché sono testimonianza della “religione civile” del nostro Paese e dei valori della Costituzione. Quando si infrangono certi tabù, quando se ne vilipendono i simboli, per stupidità ed ignoranza c’è il segno di una patologia grave, terreno di coltura di un male che può uccidere la democrazia. La risposta sta non solo nell’esprimere la solidarietà al Circolo Fabbri ma nell’intensificare il sostegno a quelle lavoratrici e lavoratori e alla loro lotta, nel costruire ogni occasione di partecipazione popolare, consapevoli che infamie come quelle della multinazionale americana sono possibili perché il buio della ragione è sceso nei cuori e nelle menti di tanti.
Coordinamento provinciale ANCONA