Siamo diventati un caso nazionale. Il degrado della convivenza civile a Civitanova è un dato evidente, così come è evidente l’inadeguatezza dell’Amministrazione comunale (che di fatto governa la città da più di cinque anni) a costruire una risposta efficace. I due omicidi in pochi giorni e le risse che si ripetono a ogni fine-settimana sono le manifestazioni più gravi di un clima di inciviltà diffusa che semina un senso di insicurezza e di impotenza nella cittadinanza. Questi sono i frutti velenosi della mancata opera di prevenzione e di armonizzazione del sistema delle relazioni sociali in città.
A questa situazione non si risponde con la propaganda politica del “prima gli italiani” e con la logica razzista che addebita la criminalità alle persone straniere, tanto più dopo l’omicidio di Alika Ogorchukwu che è maturato in un contesto di disprezzo per i migranti. Si deve rispondere invece non solo con il rafforzamento del controllo sul territorio, da parte delle forze dell’ordine, ma anche con una strategia integrata di sicurezza sociale, azione educativa e sviluppo culturale. Occorre intervenire contro la povertà, lo sfruttamento economico, l’isolamento di ampi strati di popolazione, la mancanza di proposta educativa per i giovani. E questo si fa lavorando per tutelare chi è più debole socialmente, promuovendo il coordinamento delle forze economiche del territorio per generare lavoro vero, costruendo una rete di amicizia sociale tra i civitanovesi e le comunità straniere, allestendo luoghi di aggregazione, sostenendo l’opera educativa delle scuole, accompagnando il cammino di autonomia dei giovani e facendo fiorire le attività culturali, perché dove la cultura è diffusa e partecipata il degrado e l’inciviltà arretrano.
Il Consiglio comunale dev’essere messo in condizione di contribuire a questa strategia, ma tuttora non sono state istituite le commissioni consiliari che sono il vero organismo di lavoro concreto per la città. Sarebbe facile chiedere le dimissioni dell’Assessore alla Sicurezza a fronte di questa situazione di inerzia, ma non ci interessa cercare un capro espiatorio, ci interessa attivare quanto prima una strategia di risanamento della convivenza sociale a Civitanova. La sicurezza dalla criminalità si basa, oltre che sulla repressione e sul controllo delle forze dell’ordine, sulla sicurezza sociale e sulla giustizia, sul rafforzamento dell’economia onesta, sulla cura dei luoghi e delle attività collettive, sulla crescita culturale e sull’impegno nei processi educativi. Siamo pronti a collaborare, ma occorre che l’Amministrazione comunale cambi profondamente atteggiamento, passando dall’inerzia all’attivazione di una strategia mirata sulle vere priorità di Civitanova.
Dipende da Noi – Civitanova Marche