Non si può essere indifferenti di fronte alla storia brutta che ha coinvolto la città di Chiaravalle e la sua vita politica dopo l’accusa di stalking che una dipendente comunale ha avanzato nei confronti del Sindaco e che ha fatto emettere al giudice un provvedimento di allontanamento del primo cittadino dalla sede del Comune durante le ore di lavoro della dipendente.
Si tratta di un fatto che, qualora venisse confermato dalla magistratura, ci metterebbe di fronte un episodio di inaudita gravità, dove la carica istituzionale è stata usata ed abusata per umiliare, ferire e condizionare una lavoratrice, che, in quanto dipendente, viveva questa vicenda, nelle peggiore delle situazioni. Di più, sarebbe la testimonianza di una sottocultura maschilista, misogina e fascista, quanto di più distante dai valori, come il rispetto dei diritti e il riconoscimento della differenza di genere, che chi ricopre cariche istituzionali dovrebbe non solo avere ma promuovere e tutelare.
Accanto a questo fa riflettere la reazione pavloviana del “sistema politico” che, aldilà del dovere di esprimersi, di comprendere e verificare, si erge a giudice, sentenziando colpe e assoluzioni e per questa via contribuendo non alla verità e alla difesa dell’onore delle istituzioni, ma al gran polverone che tutto nasconde o tutto confonde. Segno questo di un agire politico immaturo e irresponsabile che si “stringe attorno” a chi è potenzialmente reo di una grave colpa o sceglie il silenzio agnostico inaccettabile, mentre senso del dovere e responsabilità verso la cittadinanza chiaravallese imporrebbero di esprimersi per chiarire e soprattutto risolvere. Come altresì, prima del giudizio della magistratura, chi cavalca l’onda giustizialista, cercando di orientare quella confusione a proprio vantaggio e alimentando quella dialettica politica misera, fatta di odi, rancori e vendette, che spesso ha caratterizzato la vita politica della nostra comunitá.
I cittadini e le cittadine di Chiaravalle, con la loro bella storia, non si meritano questo. Meritano una politica che non scordi mai l’etica e i suoi indirizzi, meritano quell’“onore e disciplina” che la Costituzione chiede agli eletti nelle istituzioni e che deve indirizzare i comportamenti, meritano che i problemi quotidiani trovino ascolto e risposte, meritano un Comune aperto, strumenti di partecipazione vera ed occasioni per rinforzare gli “anticorpi civili“ che difendono dall’indifferenza e dall’individualismo, infidi terreni dove nascono e crescono i mostri del sopruso, dell’opportunismo e della prepotenza.