Proprio così, iniziamo a perdere qualcosa nell’esatto istante in cui non ce ne prendiamo più cura. Vale tanto in amore quanto per le cose materiali.
Nel momento in cui perdiamo qualcosa però cosa accade? Accade che ciò che ritenevamo solo nostro e prezioso finisce sotto gli occhi di altri che, per invidia, gelosia, desiderio di possesso, brama di distruggere, finiscono per rovinare ciò a cui tenevamo cambiandolo radicalmente.
Ecco, questo è accaduto ad Ascoli Piceno la nostra città.
É accaduto che abbiamo dimenticato di preservare qualcosa dalle mani distruttrici di altri. È accaduto che quello che avevamo miracolosamente ereditato o faticosamente ricostruito è andato perduto.
Mi riferisco all’ormai ex gioiello, l’auditorium Montevecchi e alla più bella chiesa di Ascoli Piceno, quella di Sant’Angelo Magno.
Ciò che era, ora non è più. Questo non è assolutamente accettabile.
Coloro che amministrano una città, una comunità, non possono solo accontentarsi di realizzare opere o di ereditarne il possesso. Essi hanno il dovere di rendere fruibili i luoghi, di preservarli, di proteggerli in maniera adeguata e tramandarli ai posteri ma, soprattutto hanno il dovere di evitare che il bene comune sia lasciato preda dei vandali, di coloro che desiderano ardentemente rovinare ciò che noi invece amiamo.
Per questo motivo la nostra lista si chiama Ascoli Bene Comune perché vogliamo preservare la città non solo dagli atti vandalici ma, soprattutto, da chi non è in grado di prendersene cura.
Gregorio Cappelli, candidato Ascoli Bene Comune