Il nostro movimento accoglie con favore la presa di posizione del Presidente dell’ATAC di Civitanova Belvederesi relativa al futuro del servizio idrico integrato dell’ATO maceratese.
Anche noi infatti sosteniamo da sempre con convinzione e coerenza che la gestione dell’acqua debba essere pubblica e partecipata dagli utenti e dei lavoratori del servizio stesso. Esattamente come affermato 12 anni orsono dal Popolo Italiano che a stragrande maggioranza si è pronunciato contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali e per la sottrazione degli stessi dalle dinamiche di profitto, in quanto beni essenziali.
Per questa ragione, insieme al Forum nazionale dei movimenti per l’acqua, sosteniamo che in vista della imminente scadenza degli attuali affidamenti, tutti i Comuni dell’AT03 debbano costituire unica un’Azienda Speciale Consortile a cui possa essere affidata direttamente la gestione del servizio. Riteniamo infatti che questo sia l’unico modo di tutelare universalmente i diritti dell’utenza e coinvolgerla nelle scelte fondamentali sull’utilizzo di questo straordinario bene comune. Evitando così di trasformare definitivamente l’acqua in una merce che in relazione alle problematiche climatiche a cui andiamo incontro possa diventare oggetto di speculazione sulla pelle dei cittadini e ai danni dell’ambiente come sta attualmente avvenendo con l’energia.
Ci auguriamo pertanto che questa proposta venga accolta e agita sollecitamente da tutte le amministrazioni comunali del territorio peraltro largamente omogenee all’appartenenza politica del presidente ATAC Belvederesi.
Detto ciò non sappiamo però se Belvederesi sia consapevole dello sciagurato tentativo in atto proprio in queste settimane da parte del Governo Meloni di impedire ai Comuni di decidere liberamente la gestione diretta dei servizi pubblici. Infatti il 23 Dicembre scorso il Consiglio dei Ministri, guidato proprio dalla leader del suo partito, in perfetta continuità con il Governo Draghi, ha approvato il Decreto Legislativo 201/2022 che attraverso una serie di pesanti oneri gestionali e amministrativi a carico degli Enti locali che scelgono la gestione pubblica “in house” impone loro nei fatti di metterli sul mercato.
In pratica con il D.Lgs. 201/2022 indica la gestione pubblica dei servizi come straordinaria e residuale, mentre l’affidamento al mercato rappresenterebbe la normalità. Così come Draghi anche Meloni sferra quindi un attacco ai beni comuni, in particolare all’acqua e quindi ai diritti delle persone e delle comunità, spingendo verso la privatizzazione dei servizi pubblici essenziali al soddisfacimento dei bisogni delle collettività.
Una scelta normativa scellerata ed arbitraria dato che tali disposizioni vessatorie lesive dell’autonomia dei Comuni, originariamente contenute nell’articolo 6 del Disegno di Legge n. 2469/2022 (detto anche “DDL Concorrenza”), erano state deliberatamente espunte dal Parlamento in sede di approvazione definitiva della Legge, grazie alla mobilitazione in tal senso di numerosi Enti Locali e Regioni tra le quali le Marche.
Il Consiglio Regionale delle Marche approvando infatti all’unanimità la mozione n. 207 del 15/03/2022 presentata dalla Consigliera Marta Ruggeri impegnava testualmente il Presidente Acquaroli e la sua Giunta “a promuovere, qualora l’articolo 6 del disegno di legge n. 2469 venga approvato definitivamente dalle Camere, la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte Costituzionale”
Siamo certi pertanto che Belvederesi facendo leva sul ruolo politico di spicco che ricopre nell’ambito della principale forza politica di governo nazionale e regionale, coerentemente con quanto afferma, si impegni anch’esso come noi stiamo facendo inascoltati, affinché la Giunta Regionale dia corso al deliberato del Consiglio Regionale e sollevi l’incostituzionalità del Decreto Legislativo 201/2022 di fronte alla Corte Costituzionale per la sua incongruenza rispetto alla Legge delega e per la compressione derivante sulle prerogative di Comuni e Regione.
Solo togliendo di mezzo questo ennesimo tentativo governativo di privatizzare il Servizio Idrico sarà possibile realizzare la gestione pubblica dell’acqua ed avviare contestualmente una discussione pubblica, fortemente sollecitata da Dipende da Noi, sul ruolo dei Comuni, dei servizi pubblici locali, dei beni comuni e della democrazia di prossimità che possa portare al ripensamento dell’attuale modello socio economico all’origine delle crescenti diseguaglianze e della crisi climatica.
Dipende da Noi