Desiderare l’appartenenza a una comunità solidale e sostenibile vuol dire, allora, impegnarsi in prima persona affinché la vita di ogni giorno riveli un futuro possibile, troppo a lungo soffocato dalla sfiducia e dall’adesione passiva alle forze del nostro tempo – economia di mercato, burocrazia, competizione generalizzata, consumismo, primato del maschile e delle logiche patriarcali. L’impegno è quello di seminare nel presente i fiori di una trasformazione profonda, di una rivoluzione d’anima e materiale capace di condurci non al paradiso in terra (come hanno sperato in maniera distopica coloro che immaginavano una società trasparente a se stessa e priva di qualunque differenza incarnata), ma in luoghi concreti dove le tensioni presenti nel vivere comune possano coesistere, scoprirsi fertili ed esprimersi al di fuori dall’ordinatore simbolico dell’accumulazione economica e del potere escludente.
Luoghi che esistono già ora, come prefigurazioni di un futuro liberato, e vanno condivisi, conosciuti, tutelati: parliamo delle innumerevoli BUONE PRATICHE che, anche nelle Marche, testimoniano di un modello ecocompatibile dedito alla cura di tutti i viventi e non alla crescita astratta del PIL, dei consumi e dell’innovazione tecnologica. I distretti di economia solidale, le forme biologiche di agricoltura, i centri culturali e artistici che promuovono bellezza, il volontariato, le reti di sostegno dedicate ai soggetti fragili, i movimenti in difesa dei beni comuni, le associazioni ambientaliste, gli agenti del turismo sostenibile, le imprese socialmente responsabili, i sindacati più coerenti, i giovani impegnati nell’associazionismo…: questi e altri sono i testimoni di un mondo possibile e desiderabile. Con loro Dipende da Noi vuole liberare l’utopia dal segno negativo che la contraddistingue, per restituirla alla sua vocazione più propria: «L’utopia anzitutto è uno spirito che dà profondità alla nostra prospettiva sul tempo storico. […] Avere il respiro dell’utopia è avere il senso della meta, saper aspirare alla riuscita della nostra speranza migliore, che è sempre la speranza per tutti, la speranza per la terra, la speranza di salvezza non piegata all’egoismo del mero “salvarsi l’anima”.» (R. Mancini, ivi, p. 15).
Paolo Bartolini
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