Fare politica a sinistra, oggi, significa trovarsi sospesi nel vuoto. Che fare? È una situazione disgregata e confusa. Da molto tempo la società e la natura sono state vendute, messe sul mercato, anzi messe sotto il mercato. La sinistra (politica, culturale, sociale) ha senso solo se è una forza per la loro liberazione.
Di fronte alle catastrofi elettorali che un po’ in tutto il mondo colpiscono la democrazia e la sinistra in particolare, mi colpisce il fatto che neppure si provi a capire le cause che spingono la parte prevalente dell’elettorato (anche se non certo la maggioranza reale delle nazioni) a votare per la destra estrema. Ma non è solo questione di egemonia della mentalità di destra. È il sistema politico nel suo insieme che è imploso.
Nel caso della situazione italiana non basta ricordare il peso di fattori potenti di malessere sociale come l’impoverimento e lo sfruttamento economico, la pandemia, le conseguenze della guerra in Ucraina. Bisogna inserire questi fenomeni nel quadro più complesso dove s’impongono fattori di diversa natura ed entità, eppure convergenti: la lunga egemonia di un capitalismo mortifero; la caduta della fiducia collettiva nel progetto di una società differente; l’impatto alienante della tecnocrazia; il colpo di Stato compiuto con il delitto Moro; l’implosione del PCI; la sequenza che lega craxismo, berlusconismo e renzismo; l’incancrenirsi dell’individualismo di massa; l’antica presenza in certi strati di popolazione della mentalità parafascista e razzista senza che il fenomeno sia mai stato affrontato veramente; la marginalizzazione delle nuove generazioni; l’incuria verso la scuola e l’università; il distacco del sistema dei partiti dall’esercizio della democrazia, sostituito dalla docilità verso il potere finanziario e dalla mutazione genetica dei partiti stessi; il ripiegamento corporativo e la frammentazione nel movimento sindacale.
In questo scenario la sinistra politico-istituzionale ha fatto qualcosa di peggio che dividersi. Da un lato ha ripudiato qualsiasi criterio e ideale della sinistra stessa: è il caso del PD. Nato male fin dall’inizio – da un’unione della parte più conformista della tradizione della DC e di quella del PCI, senza pensiero e senza progetto – questo partito ha proseguito ancor peggio riducendosi a porsi ottusamente come il rappresentante del “progressismo” della società di mercato. Dall’altro lato, quel che è rimasto della sinistra politica si è risolto nella tendenza a perpetuare le piccole identità risultanti dai continui processi di scissione. I partiti a sinistra del PD non sono riusciti né a radicarsi nel tessuto della società italiana, né a proporre un vero progetto di trasformazione.
La conferma evidente di questa sterilità è stata data dalle parole di una rappresentante del movimento “Friday for Future Italia” che ha riassunto così la situazione alla vigilia del voto di settembre: “noi non ci sentiamo rappresentati da alcuna forza politica esistente”. Non era certo un’espressione di qualunquismo, ma indicava il vuoto politico lasciato dalla sinistra e dalle forze che dovrebbero trasformare la società.
In ogni caso ora non si tratta di riorientare le forze di chi già faceva politica a sinistra e l’ha fatta finora. Si tratta piuttosto di partecipare alla relazione quotidiana con le nuove generazioni, con le persone rimaste ai margini della vita pubblica e con tutte le categorie oppresse con particolare violenza dal sistema. Chi vuole agire in modo fecondo deve risvegliare quelle forze essenziali che sono il desiderio di liberazione, l’intelligenza e il pensiero critico, il senso di dignità e di solidarietà, la passione per la giustizia. E tra esse, la forza della coscienza. Essa è la vera sorgente della nostra energia politica, sociale, culturale, economica, educativa.
Tante persone già esprimono tale energia nella sfera delle relazioni quotidiane, nel lavoro, nel volontariato. Ora bisogna impegnare questa forza per rigenerare l’azione politica. Perciò occorre che nasca un grande movimento di liberazione da quel sistema del capitale, della guerra e del potere che è legittimato da una miscela di liberismo, nazionalismo, fascismo, sessismo, fondamentalismo, razzismo e individualismo.
Le persone e le comunità con la coscienza sveglia oggi sono ancora disperse. Però ora possono mettersi in cammino insieme: la scoperta della coscienza porta frutto solo se si va incontro agli altri per far nascere una società nuova. Che ci si orienti secondo la passione della lotta per i diritti economici, sociali e civili, o secondo la visione ecologica, secondo il femminismo o secondo la cooperazione educativa, secondo il dialogo interculturale o secondo la verità della nonviolenza, secondo la fede religiosa o secondo la pura passione per la vita, l’essenziale è coinvolgersi per costruire comunità e movimenti sociali di democrazia integrale. Parlo di soggetti impegnati nella salvezza dal sistema di autodistruzione, come lo sono ad esempio le ragazze e i ragazzi di “Friday for Future” o le persone che hanno dato vita alla rete della “Società della cura”.
D’ora in poi i soggetti disposti a far nascere una società liberata e biofila dovranno avere l’umiltà di mettersi al servizio di un progetto inedito. Si dirà che il progetto non esiste. Invece sta maturando dal messaggio che viene da tutte le persone e i gruppi impegnati contro la prepotenza al potere: in Italia come in Iran, in Russia come in Ucraina, in Turchia come in Ungheria, negli Stati Uniti come in Cina, sui barconi nel Mediterraneo come nei villaggi dell’Afghanistan, nelle scuole e nelle università come nelle fabbriche o nei campi infestati dal caporalato. Il messaggio che viene dai perseguitati porta le indicazioni per dare forma a una società liberata. Va ascoltato, raccolto, tradotto, incarnato e delineato come visione corale. Questo è il tipo di lavoro a cui deve dedicarsi “Dipende da Noi”, insieme a tutti i compagni di cammino disponibili. Organizzarsi per farlo da subito qui nelle Marche, in modo più coordinato e continuativo, darebbe senso a un’eventuale presentazione alle elezioni regionali del 2025.
Se agiamo politicamente al servizio di un progetto che realizzi questa visione nascente dai perseguitati del sistema, il messaggio emergerà in piena luce. A quel punto, poiché la strada e la meta della liberazione saranno diventate visibili e credibili, moltissimi si sveglieranno. Così daremo il nostro contributo alla sconfitta della disumanità che sta distruggendo il mondo.
Roberto Mancini
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