Molti sono i segnali nella situazione politica mondiale che stimolano le comunità umane ad andare oltre. Ma che significa andare oltre? Significa innanzitutto cominciare a pensare a intravedere qualcosa che superi i limiti angusti stabiliti dai dogmi della produttività e dello sviluppo a tutti i costi propri della cultura occidentale. È necessario un ripensamento profondo e strutturale di tutti i punti di riferimento che ci hanno fino ad adesso costretti e costrette su una strada che ormai quasi tutte e tutti sono concordi nel ritenere un vicolo cieco. Sono fondamentali pertanto nuovi concetti, nuove prospettive, nuovi punti di vista, nuove possibilità di trasformazione dell’esistente verso qualcosa di completamente diverso.
Ci sono nel panorama della riflessione attuale tre categorie, tre parole chiave che sembrano particolarmente stimolanti da indagare: il concetto di cura declinato come etica della cura, società della cura o politica della cura ed emerso a partire dalla riflessione della psicologa americana Carol Gilligan; il concetto di noi collettivo delineato dalla filosofa sociale inglese Margaret Gilbert; il concetto di con-dividuo elaborato contemporaneamente da due punti di vista diversi, quello dell’antropologia culturale con Francesco Remotti e quello della filosofia della scienza con Elena Gagliasso.
La cosa interessante e curiosa che immediatamente salta agli occhi è che si tratta di concetti che hanno provenienza variegata ed eterogenea, che non sono ascrivibili ad un’unica dimensione strettamente disciplinare del sapere.
Si tratta di concetti transculturali e trans-disciplinari che si riconnettono a una dimensione esistenziale dell’essere nel mondo, dello stare al mondo in relazione con il mondo.
Il concetto di con-dividuo scardina i limiti tradizionali costituiti dalla falsa prospettiva individuale costruita culturalmente, come una gabbia, attorno a ogni essere umano.
Il concetto di noi collettivo mette in moto e valorizza le predisposizioni relazionali della specie umana e il bisogno-capacità di stare e costruire insieme a livello politico e sociale.
Il concetto di cura ribalta l’impostazione tradizionale e gerarchica di società basata su un’idea e una prassi di giustizia intesa riduttivamente come semplice imparzialità e distacco nei confronti delle cose del mondo.
(1/5 continua)
Fabrizio Leone
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