Una parola che risveglia entusiasmo è LIBERTA’. La democrazia, quando è tale, promuove libertà. Eppure, lo sappiamo bene, esistono diversi modi di intendere la libertà. Uno è prevalentemente negativo: quello liberale che intende l’individuo come libero se lo Stato e la società non ostacolano il suo utile, se mettono meno freni possibili allo spirito di iniziativa (e di impresa) del soggetto.
Nei socialismi autoritari, invece, il collettivo si impone sui singoli per decretare la libertà di ciascuno dalla fame e dalle urgenze dei bisogni primari. Qui, tuttavia, manca la libertà per le persone di individuarsi dentro la rete delle relazioni sociali. Un livellamento pericoloso annulla sfumature, dettagli, differenze individuali.
Stiamo seguendo, nel tratteggiare sinteticamente queste prospettive, le indicazioni preziose del filosofo Roberto Finelli, uno dei massimi studiosi di Hegel e Marx.
La politica che viene non può che sanare la scissione sopra proposta, coltivando – come suggerisce il filosofo – un’idea di libertà post-liberale e post-comunista. La comunità solidale, ecocompatibile e consapevole che desideriamo, se vogliamo imparare dagli errori e dagli orrori del Novecento, dovrà tenere insieme eguaglianza e individuazione, diritti e responsabilità individuale, libertà nelle relazioni con gli altri e libertà tra sé e sé, cioè sul versante del riconoscimento profondo della nostra unicità psicosomatica, con i bisogni e i desideri che rendono ogni soggetto prezioso e particolare.
Per sottrarci al mostro a due teste del capitalismo e dei comunitarismi forzati, dobbiamo fare spazio a una “libertà liberata”, che si riconosce accresciuta dai legami con gli altri e non indebolita, una libertà che fiorisce sul terreno delle giustizie, nel rispetto tanto della vita comune quanto dei singoli che la esprimono ed incarnano. Dipende da Noi, come movimento politico e laboratorio per una trasformazione profonda dei rapporti sociali, sa che il futuro si costruisce camminando.
Però abbiamo una stella polare che orienta questo cammino: la stella di un RICONOSCIMENTO che antepone sempre la dignità degli umani e dei viventi a qualsiasi pretesa di controllo astratto, di comando irrazionale, di sfruttamento esercitato mediante la svalutazione della soggettività di ciascuno.
Paolo Bartolini
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