Il 3 agosto 2020 la Giunta Regionale delle Marche ha approvato la DGR n.1195, sulle “progettualità prioritarie” avviate dalla DGR n.128/19.
Nell’esprimere dubbi nel metodo e nel merito del provvedimento ci poniamo la domanda presa da George Orwell perché, a turno, nei settori più diversi, non si capisce in base a quali criteri, i territori della regione, che dovrebbero avere pari dignità, hanno trattamenti diversi non giustificati dalle differenze che ci sono e che dovrebbero (quelle sì) orientare interventi perequativi.
Siamo nel campo dell’integrazione sociale e sanitaria. Nell’atto di fabbisogno delle strutture residenziali e semiresidenziali (DGR n.1105/17), per valorizzare il ruolo dei territori era previsto che, in via sperimentale, potessero proporre alla Regione, nei tempi e nei modi da essa stabiliti, una o due progettualità individuate come prioritarie dai Comitati dei Sindaci.
Una positiva iniziativa, purtroppo gestita male da quasi tutti i territori della regione tanto che la DGR n.875/19, che ha valutato le richieste pervenute, elenca tre rilievi: una richiesta smisurata di nuovi posti rispetto a quanto previsto, una stima potenziale dell’impatto finanziario complessivo molto alta, una eccessiva generalizzazione delle richieste. La DGR n.1195/20 non tiene conto di questi rilievi.
Un’osservazione rispetto al metodo: questa deliberazione sembra essere in continuità con le precedenti a cui è collegata, ma le contraddice nella sostanza e la Regione non spiega perché ha “cambiato idea”.
Rispetto al merito, potrebbe essere utile una verifica di legittimità perché:
- entro il 31/12/2019 sono arrivate richieste da due territori (potenzialmente erano 13). Come mai gli altri territori non hanno inviato richieste? Probabilmente perché attendevano un nuovo atto della Regione che regolamentasse le nuove proposte dai territori, come previsto nella DGR n.875/19… un atto che non c’è stato.
- in deliberazioni passate non ci sono riferimenti ad alcuna data successiva al 31/12/2019. Perché è stata presa in considerazione anche la richiesta pervenuta nel 2020?
Ci chiediamo cosa ne pensano di questa delibera i cittadini, gli operatori e gli amministratori degli altri territori?
Si consoleranno pensando che la prossima volta toccherà a loro?
Speriamo di no, non è questo il metodo partecipato che deve accompagnare i territori… anche perché nella DGR si specifica che “è cessata la esecutività della sperimentazione”; questo vuol dire che non saranno ammesse nuove richieste o, ma sarebbe una disgrazia, ogni sei mesi i territori potranno presentare l’elenco della spesa, che sarà approvato “a piè di lista” dalla Regione?
Questo stravolgerebbe non tanto l’atto di fabbisogno, ma il ruolo di programmazione e coordinamento, di governo, che ha la Regione.
Dipende da Noi teme fortemente che un’eventuale vittoria della destra aggraverebbe ulteriormente la deriva populista di cui questa delibera è un esempio.
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