Quale cammino abbiamo iniziato?

Il potere è prepotenza, imposizione, passione di comandare e di usare le persone come fossero strumenti; ed è un virus altamente contagioso. Va combattuto in noi stessi, in famiglia, nei rapporti tra uomini e donne, tra adulti e bambini, tra nativi e stranieri, tra imprenditori e lavoratori, nei partiti e nei movimenti, tra amministratori e amministrati.

Non possiamo illuderci che questo virus sia diffuso esclusivamente solo nel sistema dei partiti. In realtà la patologia del potere implica un rapporto di complicità e di clientela tra i dominatori e una parte dei dominati. Capita spesso che tra questi ultimi molti si organizzino per ottenere vantaggi in cambio della loro compiacenza verso chi comanda. Anche nelle Marche le radici del sistema del potere regionale si sono diffuse trasversalmente nella società civile, in organismi di genere professionale o sindacale e nell’associazionismo. Chi si è organizzato trovando i propri vantaggi in questo sistema anche stavolta si è mobilitato per poter continuare a fare come si è sempre fatto. La mentalità della compiacenza al potere è ramificata in profondità e determina uno scenario dove s’incastrano i ruoli dei capi, dei gregari, dei clienti e dei rassegnati. Se non accetti uno di questi ruoli sei percepito come strano, ingenuo o pericoloso.

Noi abbiamo scelto di aprire una strada completamente differente mettendoci in un cammino arduo, lungo, ma necessario e appassionante. Le ragioni di questa scelta non sono solo un perché, ma un per-chi: infatti non conta solo la motivazione etica e ideale di voler attuare la Costituzione territorio per territorio, regione per regione – motivazione che è connaturata alla cultura democratica e alla sinistra (quando non implode nei deliri ideologici o non rinnega se stessa sposando il neoliberismo) -. Conta soprattutto la motivazione che è direttamente incarnata dalle persone che vivono nelle Marche, cominciando dai più abbandonati e sfruttati.

All’obiezione che, nella situazione attuale, ipotizza una scarsa efficacia del nostro movimento vorrei rispondere che mai siamo determinati ed efficaci nella vita come quando agiamo non semplicemente per qualcosa, ma per qualcuno, anzi in questo caso per l’intera comunità regionale. Perciò, anche se il nostro è un cammino arduo, chi si sta impegnando per realizzare il progetto di “Dipende da Noi” prova il grande piacere di vivere il proprio impegno con dignità, senza piegarsi alle logiche che hanno mortificato la nostra regione.

Roberto Mancini

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