Vivere in transizione significa appartenere a quelle culture che, in pieno declino, hanno ancora la chance di dirigersi altrove, di invertire la marcia prima che sia troppo tardi. In questo c’è molto di spaventoso, ma balugina anche una scintilla di bellezza. Siamo coinvolti in un cambiamento che vede a un estremo la società di mercato, ipertecnologica e dominata dalle esigenze di riproduzione del capitale, e dall’altro, una rete di comunità sostenibili, solidali e capaci di cura reciproca.
Nella nostra cassetta degli attrezzi, per affrontare una svolta del genere, non possiamo mettere i soliti strumenti e le parole d’ordine del Novecento. O meglio: alcune di esse vanno riprese e attualizzate, ma senza mai trascurare l’unicità dell’era complessa a cui prendiamo parte. COMPLESSITA’ è la parola decisiva per intendere ciò che accade in una fase della convivenza planetaria dove
le nostre idee e azioni non possono rigidamente riferirsi a quadri ideologici statici, bensì richiedono cautela, capacità di adattamento, flessibilità per non smarrire il loro obiettivo primario. Dipende da Noi promuove una presa di consapevolezza della complessità quando cerca di rilanciare valori “antichi” di comunanza, sostegno, emancipazione e giustizia, senza ritenere mai che la realtà concreta debba conformarsi automaticamente ai nostri sogni e progetti.
Dobbiamo tenere conto, in ogni istante, dei vincoli e delle possibilità insiti nelle situazioni a cui prendiamo parte, pena il trattare il prossimo come qualcuno da indottrinare e condurre fuori dalle tenebre dell’inconsapevolezza. Non che manchi, l’inconsapevolezza, ma solo lavorando profondamente sui nostri punti ciechi potremo camminare in questa transizione intuendo la luce in fondo al tunnel. Camminare non davanti agli altri, ma con loro. Sappiamo dove vorremmo andare, ma nessuno può dire in anticipo la natura delle prove da assumere responsabilmente. Insomma: quello che ci aspetta non è un fato, ma un destino da costruire in parte con le nostre mani. Se smettiamo di coltivare l’illusione che si possa “andare sul sicuro” in politica, allora possiamo farci carico della complessità e partecipare a governarla in maniera umile e sapiente insieme.
Paolo Bartolini
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