La risposta di Maurizio Acerbo

Caro Roberto, 

rispondo alla tua lettera con ritardo – e me ne scuso – perchè sono sempre in giro per l’Italia e la crisi di governo ci ha fatto precipitare in un’emergenza democratica. Pensavo che nel corso dell’estate avremmo avuto il tempo per un incontro e una bella discussione. 

Non posso che ribadire che abbiamo l’imperativo categorico di costruire una presenza elettorale plurale e unitaria di chi è schierata/o contro la guerra, per i diritti sociali e contro la devastazione ambientale.

I dati sulla cementificazione del territorio, diffusi ieri dall’Ispra mostrano quanto la transizione ecologica sia solo una presa in giro di un ceto politico al servizio di interessi economici e logiche tanto prevaricanti quanto dannose. L’escalation della guerra in Ucraina ci impegna nella critica a fondo delle forze politiche che hanno schierato il nostro paese tra i falchi della NATO. 

Dal punto di vista etico e politico io credo che oggi non vi sia alcuna giustificazione oggi per un accordo con il PD da parte di formazioni che si richiamano ai valori della sinistra, alla consapevolezza ecologica, alla pace e alla Costituzione.

Non c’è giustificazione per un accordo elettorale con il PD per tantissime ragioni programmatiche. Segnalo che lo stesso Enrico Letta, rifiutando l’alleanza con il M5S, ha deciso che anche l’idea dell’unità per battere la destra non gli interessa.

Dunque anche sul Manifesto – ne parlavo ieri al telefono con Antonio Floridia che ha lanciato un appello ripreso da Azzariti – si leggono invocazioni di accordi elettorali “per salvare la Costituzione” che in primo luogo sono rifiutati da chi ne sarebbe beneficiato, cioè dal PD.

Ancora una volta il PD antepone alla lotta contro la destra il suo rapporto organico con Washington e la sua legittimazione da parte dell’establishment politico-economico nazionale e internazionale.

Non è una sorpresa visto che Veltroni nel 2008 preferì perdere pur di non mettere in discussione il bipolarismo che tra l’altro gli consente la rendita del voto utile.

Preso atto che il “voto utile” sarebbe ingannevole come quello a Veltroni nel 2008 segnalo che finora tutte le modifiche e gli stravolgimenti della Costituzione sono riusciti grazie al voto del centro”sinistra” e che la destra non ci è mai riuscita da sola.

Proprio la difesa e l’attuazione della Costituzione dovrebbe essere la bandiera invece del nostro schieramento pacifista, antiliberista e dei beni comuni cercando di riportare al voto una quota di delusi e astensionisti presentando al paese un’agenda diversa da quella condivisa da Pd e destra.

Ora rimane quindi il fatto che Si e Verdi pare che sottoscriveranno un accordo elettorale che garantirà due o tre seggi “sicuri” nell’uninominale. Non lo qualificherei come realismo. Spero che non accada anche perchè i compagni di SI mi avevano spiegato che proprio la coalizione con i pentastellati poteva incrinare il neoliberismo del PD. Si è visto con l’agenda Draghi che non era vero. Dubito che ora con Brunetta e Gelmini si aprano nuove vie. 

Non so se avete chiara la scheda elettorale. Tutti i simboli faranno capo nell’uninominale ai candidati della coalizione. Non ci lamentiamo poi se metà della popolazione non vota e le classi popolari si rivolgono alla destra!

Il PD rimane un partito dal solido impianto programmatico neoliberista come ha dimostrato con il sostegno e l’apologia di Draghi. E soprattutto è il partito più saldamente schierato sulla linea guerrafondaia della NATO. Anzi Letta e i suoi alleati – che configurano un nuovo centrodestra più che un centrosinistra – mettono al centro dello scontro elettorale proprio il loro maggior grado di allineamento a Washington e alla NATO rispetto alla destra.

Di fronte a questo scenario noi andiamo ripetendo che c’è bisogno di una coalizione popolare contro la guerra e siamo stupiti che Sinistra Italia e i Verdi non siano insieme a noi impegnati in questa direzione.

Con De Magistris non ci siamo limitati a proporre il progetto di Unione Popolare ma abbiamo lanciato anche l’idea di una coalizione più larga comprendente il M5S che riunisca il fronte pacifista. 

Ma anche se non ci fosse la disponibilità dei pentastellati le forze di sinistra e ecologiste dovrebbero essere unite nel chiedere un voto contro l’invio delle armi, l’aumento delle spese militari e per un programma sociale e ecologico.

Proprio con Luigi avevamo immaginato un lungo percorso partecipativo e democratico che è diventato impossibile a causa delle elezioni anticipate. In questo quadro la popolarità di Luigi può aiutare a federare esperienze diverse e soprattutto a far conoscere le nostre posizioni anche nel circuito mediatico più largo. D’altronde avendo seguito la nascita e lo sviluppo di Dipende da noi è innegabile il ruolo fondamentale che hai svolto nel catalizzare energie e intelligenze. Non amiamo il leaderismo ma non possiamo negare che servono persone che per storia e credibilità possano diventare punto di riferimento al di fuori di ristretti ambiti militanti. 

Io spero che ci sia un sussulto rossoverdeviola e che tutte/i insieme si lavori con la massima velocità per una lista e/o una coalizione che provi a aprire uno spazio per l’alternativa. In Francia ci sono riusciti ma lo hanno fatto attraverso una rottura netta con il macronismo. E bisogna provarci anche in Italia se non vogliamo rassegnarci al dato che la maggior parte delle classi lavoratrici e popolari si astengono o votano a destra. In Francia, Spagna o Grecia è stata la forza della sinistra radicale a bloccare la strada all’avanzata della destra tra le classi popolari. L’antifascismo e la Costituzione debbono ritrovare il proprio popolo e noi abbiamo il dovere di lavorare in questa direzione. 

Ti abbraccio e spero che saremo insieme in questa impresa. Ovviamente farei salti di gioia se Nicola e le compagne e i compagni di Sinistra Italiana decidessero di esserci. Ho provato anche a chiamarlo in questi giorni ma attendo ancora che si faccia sentire. 

Il tempo è poco ma è doveroso provarci. Unidas Podemos!

Maurizio

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