La nostra strada oltre le elezioni

Il risultato della consultazione di domenica prossima può davvero confermare l’unica novità di questa campagna elettorale, la nascita e lo sviluppo di “Dipende da Noi”: un ampio gruppo di donne e uomini di differente provenienza che hanno passione, orientamento morale, conoscenza e un progetto aperto di rinascita per le Marche. Per questa ragione rafforziamo con convinzione l’impegno, negli ultimi giorni prima del 20 settembre, per far conoscere la nostra proposta.

L’esperienza svolta sinora ci ha dato coesione, coscienza collettiva, presenza tra la gente da Nord a Sud della regione, dalla costa alle zone appenniniche. Lo spirito di amicizia e di sintonia in cui lavoriamo ci ha portato oltre i soliti individualismi e le polemiche che sempre ne derivano. È un inizio straordinariamente promettente, che riempie di senso l’idea di una sinistra etica e che abbiamo la responsabilità di coltivare con grande attenzione.

Tutto questo vivrà comunque, al di là del risultato elettorale. Vale soprattutto la nostra intuizione fondamentale che individua l’alternativa che dobbiamo affrontare passo per passo: il Mercato o la Comunità. È questa infatti l’alternativa su cui si gioca il destino dell’umanità. O continuiamo a seguire i vincoli e le follie del Mercato elevato a Soggetto globale e a identità stessa della società, oppure si imprime la svolta per cui riconosciamo che la vita è una Comunità che comprende tutti noi e la natura.

La concezione keynesiana del capitalismo aveva assicurato un compromesso culturale, politico e giuridico che manteneva il mercato entro la dimensione di uno strumento dell’economia, riconoscendo che gli stati e la democrazia sono i soggetti legittimi della vita della società. Dalla fine degli anni Settanta, con l’avvento della globalizzazione, si è imposto il dominio della versione neoliberista e finanziarizzata del capitalismo. Ciò comporta l’obbedienza universale al principio della società-Mercato, che determina diseguaglianze strutturali abissali, precarizzazione dei lavoratori, sradicamento dei popoli, mortificazione dell’umanità intera e distruzione della natura.

In questo processo complessivo di disgregazione la politica è stata snaturata e vampirizzata: il sistema dei partiti è del tutto riassorbito dentro la logica del Mercato. La destra esprime la variante peggiore del sistema, perché unisce all’esecuzione dei dogmi del neoliberismo le manifestazioni del nazionalismo sovranista, del razzismo, del localismo gretto e del neofascismo. Il centrosinistra invece ne esprime la variante compensativa e ipocrita, adattandosi a convivere con l’aggressione del sistema neoliberista. Da questo punto di vista il centrosinistra è un sedativo, uno stabilizzatore del sistema, un propagatore dell’illusione che il mercato sia crescita, benessere e irrinunciabile modernità. Ma intanto continua nell’opera di privatizzazione di ogni cosa: imprese, servizi, beni comuni, istituzioni. La politica stessa viene privatizzata, dato che è gestita da ristretti gruppi di potere e da un sistema mediatico di manipolazione dell’opinione pubblica.

In questo scenario il Movimento 5 Stelle si limita a fare un mix dell’una e dell’altra tendenza, legittimandosi con l’ideologia tecnocratica che su ogni problema evoca la magica modernità della Rete come soluzione avanzata e super partes. Quindi le tre forze dominanti del circuito politico seguono l’idea della società-Mercato. L’effetto è che l’Italia e il mondo sono senza un cammino, senza futuro, senza progetto. Mentre purtroppo non manca mai chi comanda e fa vittime, ancora non possiamo contare su un’autentica sintesi politica democratica delle istanze, della creatività, dei bisogni, delle aspirazioni dell’umanità e delle esigenze poste dal mondo naturale.

La risultante finale di un sistema economico-politico costruito in questa maniera perversa è quello del doppio abbandono in politica e della doppia crescita in economia. Infatti da una parte la politica asservita al mercato abbandona i cittadini, con la conseguenza che molti cittadini abbandonano la vita pubblica, non votano e non partecipano. D’altra parte l’economia, che ideologicamente promette “la crescita” come se fosse il paradiso, instaura un regime a doppia crescita: smodata crescita dei capitali gestita da pochissimi e desolante crescita della povertà per moltissimi.

L’unica via di riscatto e di liberazione si apre se le forze generative della società civile comprendono che sono unite dalla prospettiva della società-Comunità e la traducono nelle loro azioni, nei processi di mutamento culturale e di trasformazione sociale che coltivano. Sia chiaro: “comunità” non è un gruppo ristretto, perimetrato su base identitaria, etnica o di classe, di genere o territoriale. Non è “padroni in casa nostra”. “Comunità” è una relazione inclusiva universale, dove ognuno è accolto e riconosciuto, dove l’intero sistema delle relazioni (con sé, con gli altri, con le istituzioni, con la natura, con il senso o la verità della vita) è ritenuto prezioso. Il principio Comunità ispira la prassi del prendersi cura invece del dominare, dell’accompagnare invece dell’abbandonare, dell’accogliere invece dell’escludere, del risanare invece dell’aggredire. Tale principio è un criterio applicabile su scala locale, nazionale, continentale, mondiale. Per questo Maria Montessori parla della necessità di un’educazione cosmica. I gruppi, le associazioni, le reti e le comunità locali impegnate a costruire una società realmente democratica hanno il compito di partecipare lucidamente al più ampio movimento che nel mondo sta coltivando il principio Comunità, radicando le loro buone pratiche nei processi trasformativi capaci di portarci fuori dall’incubo della società-Mercato.

Sebbene per ora solo su scala regionale, il movimento “Dipende da Noi” sta operando lungo la frontiera più difficile, quella che porta a costruire uno strumento di sintesi politica. Probabilmente movimenti analoghi fanno o faranno la stessa cosa in altre regioni. Quindi, pur con i nostri limiti e su piccola scala, stiamo indicando un metodo di rigenerazione della democrazia. E questo ci appassiona fortemente e ci fa sentire utili per tutti quelli che sono stati abbandonati. Ecco perché continueremo nel nostro impegno imparando da questa esperienza elettorale ad agire sempre meglio.

Roberto Mancini

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