La nostra casa comune è in fiamme, il pianeta che ci nutre e sostiene non può conservare i suoi preziosi equilibri ecologici in presenza di un modello di sviluppo assurdo e senza freni. La parola LIMITE è, dunque, l’antidoto al falsissimo dio della “crescita infinita”, alla prepotenza dei progetti umani di dominio sul vivente.
Porre limiti all’iniziativa privata in economia, se essa non si accorda con il bene comune, significa ripensare radicalmente il ruolo delle imprese e del mercato in un passaggio epocale della vita umana sulla Terra. Siamo spinti, ormai, a coltivare un’ecologia integrale che rinnovi radicalmente il senso dell’economia, della politica, dell’etica. Proprio di questo (e di molto altro) parlava l’enciclica Laudato Sì di Papa Francesco pubblicata esattamente nel maggio del 2015.
Se non scopriamo il valore protettivo del limite, e non mettiamo in discussione il primato nelle nostre vite del circuito produzione-consumo-spreco, siamo destinati a compromettere non solo la nostra alleanza con le future generazioni, ma la possibilità stessa di sopravvivere dignitosamente nei prossimi decenni.
L’ideologia egemone ci ha abituati a pensare che qualunque rallentamento della macchina economico-finanziaria sia una maledizione da scongiurare.
La premessa a questo ragionamento è che il benessere deriva dall’espansione e dal potenziamento continuo della nostra capacità di modificare il mondo, di trasformarlo tecnicamente, di metterlo a “valore”. Vediamo in questi mesi di rallentamento forzato a causa del virus Covid-19, quanto la natura riprenda splendore se l’uomo riduce la sua invadenza e la sua impronta ecologica. Non è tempo di “tornare alla normalità”, come auspica chi desidera una ripresa delle abituali forme di convivenza centrate sullo sfruttamento e sul consumo, bensì di invertire la marcia.
La grande sfida che ci aspetta è quella di ridefinire insieme i rapporti tra pubblico, privato e società civile, in vista di un nuovo modello di cura integrale che restituisca all’economia un ruolo finalmente compatibile con i ritmi della biosfera e con quelli della psiche. Sul piano simbolico ed educativo sarà fondamentale che i cittadini riscoprano la MISURA e il limite come elementi imprescindibili per la qualità della vita.
Paolo Bartolini
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