La lettura del libro “Il Lavoro Sociale di Comunità passo dopo passo” di Valentina Calcaterra e Chiara Panciroli giovani Assistenti Sociali, oltre a scaldarmi il cuore mi ha interrogato sulla possibile comparazione tra questa Attività Sociale e quella dell’Impegno Politico.
È possibile e corretto fare questa comparazione? Secondo il mio parere sì. Entrambi hanno a cuore la Comunità e si adoperano per trovare risposte ai bisogni delle persone nel rispetto e verso una emancipazione dei diritti di giustizia, di equità, di benessere e di una condivisione ricca e arricchente per la nostra vita.
L’Operatore di Comunità studia e cerca di conoscere il territorio, anche se è il suo territorio di vita perché deve cogliere la peculiarità di quello spazio nella sua più completa interezza, anche di quelle realtà che sono lontane dalla sua esperienza personale. Cosa spinge l’Operatore e il Politico? Entrambi hanno un Progetto, il primo commissionato, finalizzato all’utilizzo di fondi, scaturito dalle richieste di una singola persona o di un gruppo, il secondo perché l’amore per i diritti e la loro piena realizzazione lo spingono all’agire e a trovare soluzioni per i problemi umani.
Imprescindibile è la conoscenza e l’ascolto: l’Operatore e il Politico hanno una loro convinzione, un parere, ma le persone? Come vivono certe situazioni, che idea hanno dei problemi, che soluzioni prevedono o forse hanno già trovato, con chi si stanno muovendo o hanno intenzione di coinvolgere?
Un corretto Lavoro Sociale di Comunità non può prescindere dal Gruppo che si viene via via creando e che insieme cerca soluzioni.
Abbiamo in Politica questa umiltà e questa consapevolezza?
Siamo capaci perché lo vogliamo e perché abbiamo gli strumenti per incamminarci verso questa strada?
Tante persone credono che coloro che fanno Politica abbiano trovato un modo per esercitare il potere, per avere un ritorno economico garantito e passare il tempo tra accuse e recriminazioni scambievoli, se in tv o sui social ancor meglio.
Chi va ancora a votare spera una volta nella destra, una volta nella sinistra, ma rimane quasi sempre deluso dai risultati.
Ora ci si accorge che forse la distanza tra la vita reale e la Politica è aumentata troppo, anche la “Sinistra” si interroga, cerca contatti, spazi, corre dietro a delle soluzioni.
Il Lavoro Sociale di Comunità nel paziente, umile, rispettoso lavoro per la conoscenza, per l’ascolto, per la cura nel fare incontrare le persone, nel far emergere quello che hanno dentro da dire, nel portare avanti sempre insieme i Progetti, nell’apportare modifiche e correzioni se qualcosa cambia o ci si accorge che è sbagliato, ha tanto da insegnarci.
Certo non bisogna avere fretta, non bisogna prevaricare nessuno, è necessario ascoltare e fare propri i pensieri di chi è diverso e lontano da noi, perché si è profondamente convinti che in quella diversità vi è la ricchezza e le risposte per andare avanti.
Ecco mi sento di dire che il Movimento Politico Dipende da Noi, a cui da circa due anni, dalla sua nascita, ho aderito, si muove così e ne sono fiera e orgogliosa.
Certo il cammino è appena iniziato e tanta è la strada da fare. Insieme sarà meno faticoso e per questo Ti aspettiamo.
Simona Sabbatini
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