La nostra speranza, e il nostro impegno, vanno nella direzione di un ripensamento corale del modo di fare economia. Senza cura per il territorio, per la vita dei lavoratori e delle loro famiglie, per la ricerca e la cultura, per le imprese socialmente responsabili, rischiamo di finire stritolati nel meccanismo produzione-consumo-indebitamento, perdendo l’opportunità di partecipare democraticamente a una riconversione ecologica dell’economia capace di rilanciare un benessere autentico e per tutte/i.
È con questo spirito che il nostro movimento di impegno civile guarda anche all’agricoltura biologica e a tutte le forme di produzione compatibili con un nuovo modo di vivere: più sobrio, più sano, più solidale. Ci vorrà tempo, ma sappiamo che solo un coinvolgimento ampio dei marchigiani permetterà di ripensare a fondo le abitudini comuni e di affrontare questa TRANSIZIONE in maniera intelligente e costruttiva. Niente di tutto questo potrà essere realizzato se lasceremo la Marche nelle mani di multinazionali voraci, aziende private senza un progetto sostenibile di sviluppo, politici privi di idee, amministrazioni pubbliche soffocate dalla burocrazia. Bisogna guidare la Transizione verso un futuro giusto e vivibile, dove nessuno sia abbandonato al suo destino.
Paolo Bartolini
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