“Prima, durante e dopo la mia prigionia mi ha ferito l’indifferenza colpevole più della violenza stessa. Quella stessa indifferenza che ora permette che Italia e Europa si risveglino ancora razziste; temo di vivere abbastanza per vedere cose che pensavo la Storia avesse definitivamente bocciato, invece erano solo sopite.” (Liliana Segre)
“Sei ebreo, devi morire nel forno” non è una citazione del periodo più buio nella storia dell’umanità ma é quello che un ragazzo di 12 anni si è sentito dire pochi giorni fa a Livorno, preso a sputi e picchiato a causa delle sue origini ebree da alcune sue coetanee.
Ancora oggi, nel 2022, fatti di cronaca ci dimostrano come vengano cuciti addosso i simboli dell’odio razzista dettati dall’ignoranza verso il periodo storico del nazifascismo e del genocidio degli ebrei. Ma il dato che ancor più deve far pensare é che a pronunciare simili minacce siano state, in questo caso, adolescenti.
Interroghiamoci allora sui valori che stiamo trasmettendo alle nuove generazioni le quali hanno bisogno di memoria e condivisione culturale affinché, conoscendo il dolore del passato, possano realizzare un futuro migliore.
“L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria” scriveva Primo Levi ottant’anni fa.
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