Sbaglia chi pensa che la politica riguardi solo i rapporti di forza. Senza una visione del futuro e un’idea luminosa della dignità umana è molto facile, come insegna la storia, riprodurre il dominio e le ingiustizie di cui ci si intendeva liberare. Senza una profonda EDUCAZIONE delle persone è impossibile pensare a quel cambiamento autentico che serve a tutti noi. Non parliamo, ben inteso, di un’educazione pedante, della pretesa di insegnare dall’alto a un gregge indifferenziato di soggetti che vanno istruiti e guidati per renderli ubbidienti e prevedibili.
Educare significa tirar fuori il meglio dalle persone, ma anche promuovere in esse il libero pensiero, il piacere/dovere di fare domande e di cercare insieme le risposte. L’educazione che manca spesso nel nostro paese non è solo quella civica, ma innanzitutto quella democratica. Non siamo abituati a dialogare, a confrontare posizioni, ad argomentare, a fare un uso fine e non prepotente della ragione. E non siamo educati, in senso antropologico e psicologico, a moderare le emozioni, le reazioni, a tenere insieme pensiero e sensazioni, cuore e ragionamento.
Un movimento come Dipende da Noi ha scelto di esserci per i cittadini marchigiani con uno spirito di presenza che esonda dagli argini abituali della “politica politicata”. Per noi Politica è l’impegno comune a coltivare l’umano nella polis affinché possa fiorire e splendere. Sì, perché la lotta contro le ingiustizie è sempre una missione che intravede, nelle crepe di un presente oppressivo, una luce che filtra e annuncia nuovi modi di convivenza centrati sul rispetto, sulla gioia, sull’armonia. Ecco perché – a fronte di una realtà misurata esclusivamente con il metro del denaro, della potenza e del successo – il nostro attivismo non si ferma alle questioni, comunque decisive, del benessere comune, della sostenibilità dei sistemi produttivi, della sanità pubblica, dei diritti sul lavoro, della solidarietà che non lascia indietro nessuno, ma muove i suoi passi in direzione di una formazione umana che include la sensibilità, l’intuizione, la creatività e la poesia.
POESIA! Non è questa una parola fuori luogo per chi dovrebbe, con il coltello fra i denti, battagliare nell’agone politico? Usandola ci esponiamo senza paura ai sorrisi di superiorità di coloro che considerano ridicola e infantile una politica capace di bellezza. Crediamo, al contrario, che senza un’esplosione consapevole di sensibilità, di cura per il mistero
della vita, di delicata premura per tutto ciò che non si lascia catturare nella rete dell’utilitarismo immediato, l’azione politica rischi di sclerotizzarsi e di perdere i suoi referenti valoriali e simbolici. Proviamo dunque a dirlo in rima:
Negli occhi di chi piange,
di chi ha perso e di chi soffre,
lampeggia una richiesta
che non è di solo pane,
un richiamo di giustizia,
un canto dolente
che attraversa le rovine
e che il perdono offre
a chi si pente
di aver coltivato l’ingiustizia.
Si lotti per la casa, per il cibo,
per aver quel che è giusto,
per la pace duratura,
per condividere gli intenti,
si lotti per quel valore alto
che è la comunione dei viventi,
non per vincere sull’altro,
né per deridere i perdenti.
Si lotti, anche se è dura,
per restare umani,
per far sì che molto presto
tornino a stringersi le mani.
Paolo Bartolini
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