Tra le politiche su cui la Regione Marche dovrà recuperare il tempo perduto in questi anni rispetto ad altre Regioni ci sono i percorsi di inserimento lavorativo di persone diversamente abili o con fragilità psichica.
Sono molte le iniziative di cui si parla da anni su cui non è stato fatto quasi nulla. Ad esempio, è rimasta di fatto inattuata la norma con cui la Regione si obbligava a riservare una parte dei suoi appalti alle Cooperative Sociali proprio a fronte di nuovi inserimenti lavorativi di questo tipo.
La vicenda più emblematica è sicuramente quella che riguarda il “collocamento mirato”. La legge nazionale obbliga ogni azienda ad assumere tra i propri dipendenti una percentuale di lavoratori svantaggiati in base alle dimensioni dell’azienda stessa. Questa è una delle norme più disattese in Italia, perché, sebbene preveda sanzioni di un certo peso per chi non la rispetti, in realtà sono pochissimi i controlli che vengono fatti per garantire i diritti delle persone tutelate dalla legge.
Questa “disattenzione” generale probabilmente è motivata anche dal fatto che spesso gli Enti Pubblici, come anche la Regione Marche, sono essi stessi inadempienti.
L’Azienda Sanitaria Regionale Unica, ad esempio, che da una parte tramite i propri Dipartimenti di Salute Mentale contatta costantemente le imprese del territorio per proporre l’inserimento lavorativo dei propri utenti, dall’altra poi fatica a farsi carico del rispetto dei parametri di legge.
Nel corso degli anni questa situazione paradossale è stata motivata dal fatto che all’interno dell’Azienda non ci siano mansioni adatte a questo tipo di lavoratori. A tale argomentazione si contrappone la norma approvata dalla stessa Regione Marche, che consente di coprire il “collocamento mirato” attraverso accordi con le cooperative sociali. Cosa significa, in pratica? L’ASUR, che appalta ogni anno lavori e servizi per milioni di euro (come lavanderia, preparazione dei pasti, pulizie) potrebbe affidare una piccola parte di questi servizi a Cooperative Sociali stipulando delle convezioni con le quali i posti “mirati” che dovrebbe garantire l’ASUR stessa vengano di fatto coperti dalla Cooperativa Sociale a cui questi servizi sono affidati.
Non lasciare che tutto continui come ora “Dipende da noi”, nell’interesse delle persone svantaggiate che potrebbero trovare nel lavoro un cammino di reinserimento sociale e di sostentamento economico, senza restare a casa spesso a carico dei Servizi Sociali.
Su questo i nostri rappresentanti nel prossimo Consiglio Regionale garantiranno con ferma convinzione il loro determinato impegno.
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