Nel bene o nel male il denaro segna profondamente la vita delle persone. Quello che dovrebbe essere un mezzo per far circolare dei beni, condensa in sé passioni laceranti e diventa facilmente – soprattutto in una società di mercato – un fine assoluto. Per fuoriuscire dalla discultura della “crescita illimitata” è necessario ripensare radicalmente il nostro rapporto con i soldi. Non solo nel senso di dare molto più spazio alla gratuità, al dono e alle relazioni interpersonali non strumentali. Ma anche restituendo al denaro un valore comunitario ed emancipativo, che permetta ai singoli di non essere ricattati da chi detiene il potere economico.

Il denaro è fonte di parecchi problemi quando la sua funzione viene sfigurata dalla dismisura, dall’eccesso, dall’ingiusta ripartizione. Ecco, allora, che fra i tanti modi di riconsiderare il nostro rapporto con i soldi, qui voglio ricordarne quattro capaci di modificare sensibilmente la vita collettiva orientandola al bene comune. Li elenco pur sapendo che c’è un dibattito aperto su ognuno di essi, come è doveroso che sia. Salario minimo garantito, Monete complementari, Ridistribuzione verso il basso, Reddito di base incondizionato.

Ad esempio, come spiega l’economista Andrea Fumagalli, il reddito di base non è assistenzialismo, ma una forma di remunerazione per tutte le attività che, nei fatti, svolgiamo gratuitamente ogni giorno facendo arricchire qualche impresa. Quando scarichiamo e usiamo un’applicazione sullo smartphone, quando raccontiamo (spudoratamente) di noi sui social networks regalando i nostri dati alle piattaforme private che li raccolgono, quando veniamo profilati in ogni nostra abitudine di consumo, quando mettiamo un “mi piace” su un video rendendo una pagina Youtube appetibile per gli sponsor… In questi e in altri casi, noi stiamo semplicemente lavorando gratis per qualcuno che guadagna denaro mettendo a valore le nostre azioni. Il reddito di base è incondizionato perché ci restituisce qualcosa che abbiamo già dato senza essere retribuiti per il lavoro svolto.

Una società della cura deve confrontarsi con questi temi decisivi e Dipende da Noi è pronto a dare il proprio contributo all’approfondimento. A tanti livelli è tempo che anche il denaro venga percepito come un bene comune.

Paolo Bartolini

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