Due parole d’ordine della contemporaneità sono “vincere” e “perdere”. Una società modellata sulla competizione, sull’agonismo perpetuo, sul successo non può che dividere gli umani tra vincenti e perdenti.La via trasformativa che coltiviamo come Dipende da Noi non frequenta i territori della contesa fine a se stessa. Serve allora una CONVERSIONE etica, un nuovo modo di guardare ai rapporti tra le persone.
Il verbo “convertire”, anche per buoni motivi, fa venire la pelle d’oca a molti. Si pensa, erroneamente, che la conversione sia una forzatura, un imporre con il dominio l’adesione non libera a qualche credenza o verità assoluta. La storia, purtroppo, ha lasciato che prevalesse questa lettura, rendendo insopportabile qualunque invito a una conversione (laica o religiosa). Eppure convertirsi significa soprattutto cambiare sguardo, mutare postura esistenziale e stile di vita, e, per estensione, iniziare a vivere coerentemente un orientamento intimo che fornisce alla vita un senso più pieno e degno di essere perseguito.
E’ tempo, ormai, di voltare le spalle all’alternativa infernale che fa di pochi uomini dei vincenti e della maggioranza di essi degli sconfitti, dei perdenti destinati alla rovina. Se spingiamo lo sguardo oltre scorgiamo un orizzonte ben diverso. Chi ha detto che l’economia possa dar frutti solo se “siamo più competitivi”? E che l’obiettivo dell’esistenza sia il successo ed essere sempre “i numeri 1”, chi diavolo l’ha deciso? E che coloro che hanno di più “valgano anche di più” non è forse una sciocchezza smentita in infinite circostanze?
Ecco, la conversione che siamo chiamati ad assumere fino in fondo è un mutamento di sguardo sulle relazioni umane. Senza questa premessa la politica facilmente smarrisce la bussola, senza incidere profondamente nella carne viva dei rapporti tra classi, nazioni e culture. Solo chi penserà a un futuro senza vincitori né vinti, e cercherà le strade più coraggiose per SALVARCI INSIEME, riuscirà infine a spezzare il pungiglione del potere separativo che ci vuole divisi e in lotta fra di noi.
Paolo Bartolini
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