Quando parliamo di cambiamento ci riferiamo ad una specifica azione che modifica qualcuno o qualcosa, cristallizziamo il momento dell’avvenimento, indichiamo un fatto compiuto. Non a caso cambiamento è un termine che deriva dal verbo cambiare, che a sua volta è nato dal cambium latino , che significa “azione o effetto del cambiamento”. Sinonimo di cambiamento è sostituzione che rende, con ulteriore chiarezza, la sottolineatura del momento, di un effetto, di un’azione iniziata e finita.
Nel momento in cui si attua un cambiamento mutano le situazioni, le percezioni e le relative relazioni e costruzioni personali e sociali. Il cambiamento è il prodotto a cui vogliono arrivare le donne e gli uomini che hanno a cuore a cui non piacciono le dinamiche che stiamo vivendo e vogliono realizzare un futuro diverso.
Dal desiderio di cambiamento nascono riflessioni, progetti e percorsi per la realizzazione del desiderio che si può perseguire in solitudine (o autonomia) oppure costruendo relazioni e collaborando con soggetti vicini.
Ma come possiamo arrivare ad un cambiamento?
Ritengo che il presupposto principale sia quello di comprendere che non possiamo agire sugli altri se prima non abbiamo realizzato il cambiamento in noi. Il primo passo è quello della consapevolezza e della determinazione, due sentimenti sinergici che possono alimentarsi reciprocamente: sono consapevole del mio sentire e cambiare il mio atteggiamento con determinazione nella consapevolezza che solo cambiando me potrò sperare in un cambiamento di chi mi è intorno. Può iniziare, così, un processo di trasformazione che richiede pazienza e coerenza per poter raggiungere il cambiamento desiderato.
Il cambiamento è la meta ma la trasformazione avviene durante tutto il cammino includendo soste, deviazioni, accelerazioni e rallentamenti. Trasformare (trans e formare ossia dare forma) è l’azione che provoca i mutamenti nell’anima e nel corpo per raggiungere una forma nuova capace di compiere il desiderato cambiamento. Nel rugby il termine trasformare si utilizza quando, con un calcio, si aggiungono punti ad una meta già conquistata e, quindi, aggiungendo un’ulteriore progressione di punteggio. Allo stesso modo la nostra strada trasformativa può essere costellata di piccoli cambiamenti che, progressivamente, ci fanno raggiungere l’obiettivo finale.
La trasformazione implica un lavoro profondo sulle relazioni che si rende necessario affinché anche chi si sta intorno possa cambiare e trasformare percorsi individuali in percorsi collettivi. Le compagne ed i compagni di strada condividono con noi il piacere e le difficoltà del cammino, consolidano la loro personalità e danno maggiore forza alla nostra. Le relazioni sono alla base del camminare insieme guardando sempre al passo degli altri affinché nessuno rimanga indietro non per buonismo ma per la necessità di essere insieme a condividere la trasformazione che, in questo modo, si consolida e si trasforma in cambiamento.
Da giovane mi sono spesso chiesta se una rivoluzione non potesse rappresentare una soluzione migliore, insorgere per ottenere immediatamente un cambiamento forte… Ho poi sperimentato sulla mia pelle che i cambiamenti imposti non servono a nulla proprio perché mancano i presupposti trasformativi. Certamente la trasformazione ha tempi lunghi, come ho scritto prima richiede pazienza e determinazione, ma più misurato sarà il cammino e più solidi saranno i risultati perché il cambiamento si realizzerà in modo radicale in ogni individuo.
Ne parlavo con mia madre l’altro giorno, parlavamo dell’educazione che io e le mie sorelle abbiamo ricevuto basata non sui divieti ma sulla fiducia e l’assunzione di responsabilità. Da adolescente avrei preferito avere dei genitori che mettevano paletti, avere dei N>O certi e, invece, mi veniva detto “regolati tu” e vivevo il mio dovermi regolare, il dover definire da sola le regole del mio cammino, una fatica enorme perché non intravedevo la fine del mio percorso di crescita. Più tardi ho anche compreso che il cammino è una costante perché la trasformazione è l’unico progetto possibile.
Per questo motivo il mio nome è tra quelli che hanno sostenuto fin dall’inizio il manifesto di Dipende da Noi e sono parte attiva di questo movimento d’impegno civile prima ancora che politico che persegue la trasformazione per il raggiungimento di un cambiamento collettivo radicato e profondo e contraddistinto da un cammino ben strutturato e determinato.
Per rispondere alla domanda che mi sono posta con il titolo affermo con assoluta certezza e convinzione che il cambiamento deve avvenire mediante una trasformazione personale e collettiva nella consapevolezza che Dipende da Noi.
Paola Petrucci
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