Alle Assistenti Sociali delle Marche

Ringrazio per la vostra lettera aperta ai candidati presidente della Regione Marche perché mi permette di spiegare, a nome di tutto il movimento Dipende da Noi, le nostre idee e i nostri impegni sulle importanti e corrette questioni che ponete.

Nel nostro programma sul welfare è chiarito che “l’integrazione sociale e sanitaria deve essere una priorità per tutti i livelli di governo della salute”, con una serie di indicazioni precise: “dall’organizzazione degli uffici regionali per un effettiva e propositiva amministrazione dei rapporti tra sanità e sociale, alla coincidenza tra Distretti Sanitari e Ambiti Territoriali Sociali; dal rafforzamento della conoscenza della domanda di salute sociale e sanitaria e del miglioramento delle risposte con il coinvolgimento reale dei Comitati dei Sindaci all’organizzazione di percorsi formativi e di accompagnamento sui territori relativi a: Punto Unico di Accesso, Unità Valutativa Integrata, presa in carico e continuità dell’assistenza con Progetti Assistenziali Integrati tra acuzie, riabilitazione, cronicità.”

In questa logica il ruolo delle/degli Assistenti Sociali è fondamentale, anche perché la vostra presenza è capillare nei servizi pubblici, sanitari e sociali, della nostra regione, ma anche negli organismi del terzo settore, nelle cooperative sociali come negli organismi di volontariato, negli enti gestori dei servizi residenziali, semiresidenziali e territoriale come negli enti autorizzati per l’adozione internazionale. La stessa professionalità, declinata in luoghi di lavoro diversi, ma che fa riferimento ad un unico, e unitario, ordine professionale è la migliore garanzia che l’integrazione sia possibile, il dialogo è facilitato… a patto che anche la Regione faccia la propria parte. Voi infatti lo scrivete bene quando evidenziate che questa vostra caratteristica, oltre ad essere un importante punto di forza, rappresenta anche una debolezza e un rischio, per la “precarietà nel personale che opera nei Servizi sociali, socio-sanitari, del terzo Settore con contratti non rinnovati e con carichi di lavoro faticosamente conciliabili con la qualità delle risposte da fornire alla cittadinanza.

Nel nostro programma ci impegniamo anche a garantire “attenzione ai fenomeni sociali emergenti (di cui il COVID-19 è un esempio drammatico), con investimenti economici, progettualità ed interventi strutturali”, consapevoli che la pandemia ha evidenziato ed aggravato le disfunzioni del sistema dei servizi sociali e di prevenzione, progressivamente smantellati e mortificati soprattutto in quei presidi territoriali di base che dovrebbero costituire il livello essenziale: dal Servizio Sociale Professionale ai Consultori familiari, alle Unità Multidisciplinari per la disabilità, ai servizi per la salute mentale…

Sul tema delle pari opportunità la dimensione del mercato del lavoro è importante e la funzione regolatrice della Regione va incrementata. D’altra parte confido che condividiate che il problema principale è nel far convergere posizioni culturali diverse, puntando ad una conciliazione verso la costruzione di una comunità, familiare e sociale, educante e rispettosa delle persone. Indubbiamente, per una crescita culturale verso la condivisione dei ruoli in famiglia, le/gli Assistenti sociali sono un potente tramite di trasformazione negli ambiti in cui intervengono.

Abbiamo ben presente il fenomeno crescente delle aggressioni verso gli assistenti sociali e altri professionisti che lavorano su situazioni di grave disagio. La nostra idea di sicurezza nasce dalla fiducia nelle persone, anche quelle più fragili e in difficoltà, che necessariamente devono essere prese in carico non da una singola professionalità, ma da una equipe interprofessionale ed in modo non solo integrato, ma anche congiunto, contrastando la solitudine professionale che rappresenta una criticità per un’assistente sociale su cinque, come risulta dalla recente ricerca che il vostro Ordine professionale ha realizzato insieme all’Osservatorio Regionale per le Politiche Sociali della Regione Marche.

Il fatto che quasi il 52% di voi, sempre dalla ricerca citata, indichi “lo sbilanciamento dei tempi lavorativi su aspetti amministrativo-burocratici” come una problematica importante, correlata alle disfunzioni riferite all’organizzazione e ai carichi di lavoro, per noi significa che c’è ancora tanta passione, che volete essere messe/messi in condizioni di fare le/gli Assistenti sociali. Di questo vi ringraziamo.

Spero di aver chiarito “quali sono le scelte di politica di welfare e gli orientamenti strategici” che, come Dipende da Noi, intendiamo promuovere in Consiglio regionale.

Rispetto alle azioni che intendiamo attuare per garantire e intensificare la collaborazione tra il vostro Ordine e la Regione Marche i nostri eletti al Consiglio Regionale:

– si impegnano a far proprie le conclusioni del vostro rapporto di ricerca: “La direttrice su cui lavorare ha, quindi, due facce: quella del rafforzamento delle competenze e delle attività “tipiche” dell’Assistente Sociale e quella della definizione di altre professionalità sociali, unitamente all’intensificazione del percorso di integrazione tra le professioni sociali e quelle sanitarie.” (…) “Il servizio sociale, dovrà riorganizzarsi per poter intervenire non solo come soggetto ma come strumento di raccordo per rispondere alla pluralità dei bisogni emergenti, riconfermando il mandato professionale e non solo quello istituzionale per rendere efficaci le risposte ai nuovi bisogni manifesti.” (…) “Il rafforzamento della professione di Assistente Sociale in termini istituzionali, contrattuali, strutturali ed organizzativi. Un lavoro che chiama in causa diversi soggetti e un approccio unitario, da condividere e concretizzare in atti normativi a livello nazionale, regionale e territoriale.”;

– si impegnano a vigilare perché la recente legge regionale che ha istituito il Dipartimento del servizio sociale professionale dell’ASUR, non rimanga inattuata, come troppe norme nella nostra regione, ma sia realizzata il prima possibile e con continuità.

Ringrazio ancora per lo stimolo e confido di continuare di persona l’interlocuzione avviata.

Roberto Mancini

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