“Dipende da Noi” adotta il metodo della giustizia riparativa, che cerca di risanare gli squilibri, di abolire le iniquità, di far fiorire la democrazia, di progettare e coltivare una forma di società vivibile con dignità per chiunque. Perciò è prioritario per noi agire per la tutela, per lo sviluppo e per la fruibilità dei beni comuni, che sono risorse o beni (materiali e immateriali) essenziali per una vita veramente umana. Ne è titolare l’intera umanità. Non in regime di proprietà, bensì nell’ordine della corresponsabilità e della libera accessibilità.
Le politiche neoliberiste saccheggiano i beni comuni con la manipolazione del sistema giuridico, la corruzione del sistema politico, la disinformazione e l’opera di aziende predatorie. Proprio oggi, mentre la realtà in persona chiede una svolta profondissima oltre il capitalismo verso un nuovo socialismo, verso l’ecologia integrale, verso la fine della civiltà patriarcale e colonialista, i governi rilanciano le politiche liberiste. Con il Disegno di legge sulla concorrenza il governo Draghi sta aggredendo i beni comuni e anche l’autonomia democratica degli enti locali, che in caso di approvazione della legge sarebbero costretti a privatizzare tutto.
Questo significa che dobbiamo agire subito. Città per città, territorio per territorio, sino a coinvolgere tutte le Marche. È il contributo che dobbiamo dare all’Italia intera. Bisogna riunirsi nei prossimi giorni, costituendo agili Comitati locali operativi con le associazioni, i movimenti, le liste civiche, i partiti, i sindacati che saranno disponibili.
I Comitati locali dovranno promuovere la petizione popolare per i servizi pubblici e i beni comuni e l’analoga mozione (elaborata da Attac Italia) da far approvare nei Consigli comunali. Dovranno incontrare le persone nei luoghi pubblici e all’aperto, fare opera di informazione, promuovere la percezione precisa della posta in gioco: l’acqua, le scuole, i trasporti, i servizi sociali e sanitari territoriali, gli edifici e i luoghi di aggregazione, il suolo devono essere beni tutelati per la comunità sociale e non oggetto di speculazione. La generica espressione di “beni comuni” dovrà essere resa identificabile ovunque con ciò che più sta a cuore alla cittadinanza. Dobbiamo far capire quanto sia importante questa lotta.
Non è proprio il caso di scoraggiarsi o di esitare. Anche un piccolo gruppo nel suo territorio può avviare questa iniziativa essenziale e irrinunciabile; poco a poco si uniranno altre associazioni e persone. Gli obiettivi sono decisivi: contrastare il Disegno di legge sulla concorrenza e richiamare gli amministratori locali alla gestione pubblica dei beni e dei servizi pubblici; lottare contro l’aumento dei costi dei servizi a causa della speculazione dei gestori privati; far crescere l’etica del bene comune nella cittadinanza e la coscienza collettiva; rilanciare la politica e difendere la democrazia in un momento in cui, oltre tutto, la Repubblica Italiana incredibilmente non è al riparo dal rischio di ritrovarsi con un presidente come Silvio Berlusconi. Agire e organizzarsi subito, insieme a chi si renderà disponibile, con fiducia trasformativa e determinazione: questa è l’urgenza a cui nessuna/o di noi può sottrarsi. Buon lavoro.
Roberto Mancini
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