La prima cosa che si scopre consiste nel vedere il riemergere della voglia di rendersi utili e di collaborare a un progetto che ha senso. Il poeta Franco Arminio dice che ci sono ovunque gli “scoraggiatori militanti”. Oggi esprimere fiducia, facendola diventare forza motrice che aggrega persone e scongela energie prima bloccate, è un atto di coraggio e di responsabilità. Un atto che vuol dire: la nostra condizione sociale ed economica, culturale e politica è molto difficile, ma proprio per questo io ci sono e voglio fare la mia parte. Il grande filosofo Emmanuel Levinas evidenzia che “dire «io» significa dire «eccomi»”, è un atto etico che impegna alla presenza attiva. Perché non esiste la democrazia a distanza e perché oggi dobbiamo tornare a fare società, imparando finalmente a diventare la stessa comunità umana universale, equa e pacifica. La logica della delega è pericolosa non solo perché affida agli eletti un potere senza controllo, ma soprattutto perché paralizza i cittadini e li rinchiude nella vita privata, dove sono destinati a subire i pessimi effetti della politica di potere.
A quanti hanno aderito a “Dipende da Noi” ora spetta di organizzarsi in gruppi comunali o almeno di comprensorio, ritrovandosi per decidere insieme come sviluppare la campagna elettorale nel loro territorio. Così la nostra comunicazione con coloro che vivono nelle Marche sarà ricca delle diverse e originali iniziative di chi le mette in atto nel proprio Comune e non è qualcuno che arriva da fuori per fare propaganda e poi se ne va. La nostra forza non sta negli slogan, sta nelle relazioni concrete tra le persone.
La seconda cosa che stiamo comprendendo meglio è il grande bisogno di concretezza e di sintesi che c’è nell’aspettativa delle persone. Abbiamo un documento programmatico di trenta pagine che dovremo presto trasformare in un testo di due pagine chiare, oneste e ben mirate. Ma non basta: ci chiedono tre proposte precise, incisive e rappresentative della trasformazione che vogliamo promuovere. Queste tre proposte, insieme alla credibilità delle candidate e dei candidati nelle nostre liste, saranno il migliore biglietto da visita. Quindi dobbiamo quanto prima far girare la versione concentrata del programma, arrivando insieme a scegliere le tre proposte che vogliamo mettere in primo piano.
La terza cosa che abbiamo imparato è quanto sia sbagliato pensare all’elettorato come a una massa indistinta di circa un milione di cittadini. Non sono atomi sociali, individui anonimi a sé stanti. Molti di loro sono membri di associazioni, di movimenti, di reti, tutti più o meno hanno legami e appartenenze. Dunque dobbiamo interagire con questo tessuto di gruppi e di organismi comunitari, il che ha un impatto molto più lucido e molto più forte nella comunicazione tra “Dipende da Noi” e la società marchigiana. Non dobbiamo presumere di inventare noi nuove relazioni, esistono già tanti mondi sociali specifici che dobbiamo riconoscere e con i quali dobbiamo dialogare. Non parlo solo, per esempio, dell’ANPI o della Lega Ambiente, parlo di associazioni di ogni genere che sono tutte rilevanti per rivitalizzare la qualità democratica della vita nelle Marche. Pertanto dobbiamo fare da subito un elenco ampio di questi organismi e dei loro referenti, organizzandoci per avviare il confronto con loro.
C’è un’altra cosa che stiamo imparando: la credibilità di noi che andiamo a presentare la proposta di “Dipende da Noi” non è data solo dalla storia di ciascuna e di ciascuno, ma soprattutto dal nostro desiderio di futuro, dalla nostra capacità di coltivare situazioni e soluzioni nuove, dalla passione di costruire una società più giusta. E come si fa se trascuriamo le generazioni nuove? Dobbiamo cercare di stabilire relazioni con le persone più giovani, non per catechizzarle ma per offrire un riferimento che le aiuti a dare forma politica alla loro immaginazione e alla loro creatività. “Dipende da Noi” si radicherà e diventerà una presenza civile essenziale nella regione se sarà non un gruppo di reduci, ma un movimento composto da generazioni diverse, alleate per fare delle Marche una regione di democrazia avanzata, dove si possa vivere con dignità.
Roberto Mancini
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