In occasione del ballottaggio alle elezioni comunali della città di Ancona, il movimento politico regionale Dipende da Noi intende esprimere la sua indicazione di voto.
In una normale competizione elettorale si tratterebbe di scegliere la parte migliore, il progetto più adeguato per la città. Da molto tempo però la scelta vera non è questa. Ormai il livello della politica è sceso così in basso e il diffondersi di un neofascismo “normalizzato” è così radicato, che c’è un problema preliminare e ancora più decisivo. È il problema dell’agibilità democratica.
Intendiamo l’esigenza di evitare di consegnare il potere nelle città a giunte che con la loro arroganza arrivino non ad amministrare, ma a comandare, eliminando ogni spazio di partecipazione, di dissenso, di critica, di proposta, di rinnovamento.
L’amministrazione di centro-sinistra in questi anni ha negato ogni apertura alle proposte più avanzate: esemplare è stato il rifiuto al referendum per l’area marina protetta. Ma quando in una Regione o in un Comune arriva una giunta di destra, l’esperienza è sicuramente peggiore e dice, anche nelle Marche, che si entra in un regime di democrazia sospesa, con pesanti danni per tutta la comunità civile e soprattutto per le categorie sociali più vulnerabili. È un neofascismo strisciante, subdolo, “normalizzato”, ma micidiale per la democrazia e per la salvaguardia dei diritti degli ultimi nel nostro Paese.
Una città con la dignità e con la storia civile di Ancona non può cadere in balìa di queste forze di estrema destra. Perciò restiamo distanti e alternativi al modo di governare del centro-sinistra, con la sua miopia e la sua ambiguità che spingono molti a non votare o a votare per partiti antidemocratici. Ma domenica 28 maggio il punto non è premiare qualcuno che fa una buona politica: il punto è andare a votare per impedire che ad Ancona prevalga quella destra che agisce al di fuori della Costituzione, toglie voce alla cittadinanza e distrugge la partecipazione.