Certo che Dipende da Noi non ha scelto un bel periodo per nascere🥴
Ma forse è nata perché non era proprio un bel periodo?
Prima di calarmi nell’argomento più grande di me di 100 volte mi permetto di andare per un attimo, più banalmente, nella mia storia. E lo faccio partendo da qualcosa che sento da tanto tempo e ancora non ne ho avuto il modo: i ringraziamenti. Grazie veramente a tutte/i per i contributi sul dibattito relativo alle elezioni politiche, per chi sprona altri a farne ancora: è un modo sano per impegnarci tutti ad andare oltre ciò che già esiste, a spingerci verso strade nuove, ignote e forse magari potranno mostrarsi anche più convincenti. Approfitto anche per ringraziarvi per il percorso fatto insieme fino ad ora nei tavoli tematici, nel costituire gruppi sui territori, negli incontri regionali ect… perché forse sembra scontato ma, per alcuni come me, non lo è affatto ed ha un valore importantissimo. Sono una di quelle che non ha mai fatto politica in un partito prima ma solamente impegnata nel mondo del volontariato e soprattutto con un lavoro che si occupa di benessere e fragilità .
Entrare a fare parte di Dipende da Noi è stata una delle cose più arricchenti che mi era capita fino ad ora. Lo dico con un gran senso di gratitudine nei confronti di tutte e tutti perché la generosità di molte/i nel mettere a disposizione i propri pensieri e i propri saperi per un progetto comune ha permesso, a persone come me, di ritrovare fiducia nella politica, di crescere in un ambiente e con modi completamente nuovi e di tentare, a loro volta, di mettere a disposizione la propria sensibilità e le proprie competenze.
L’esperimento di Dipende da Noi è molto interessante ma sicuramente ha, come alcuni hanno già marcato, un passo ancora più lento rispetto alle dinamiche delle elezioni e delle logiche partitiche (oggi più che mai) perché necessita di accordare sensibilità differenti e far maturare un pensiero condiviso e sincero.
È un esperimento molto ambizioso che richiede sicuramente aggiustamenti e modalità flessibili per non rimanere impantanati ma anzi per far nascere processi generativi tra le nostre comunità ed essere di sostegno, come ben ricordava Paola, a comunità trasformative che abbiano cura della natura e delle persone soprattutto le più vulnerabili.
La mia valutazione, quindi, sul percorso Dipende da Noi è molto positiva fino ad ora e lo è per le ragioni che ho elencato ma anche per altre, una di queste è la possibilità di dare fiducia a persone sincere e fuori da ogni logica personalistica e di bandiera.
Mi sono potuta affidare (e ho deciso di contribuire per questo progetto) a persone che hanno messo insieme le sfumature e le differenze per obiettivi che parlavano di beni comuni, cura alle relazioni, attenzione all’ambiente, giustizia, eguaglianza, recupero della partecipazione, il lavoro sulle competenze avanzate e tanto altro. Ho visto abbassare bandiere e individualismi, ho goduto dei vostri insegnamenti perché erano guidati da un obiettivo comune quello di salvaguardare la democrazia. La costituzione è stata ed è la nostra agenda e il nostro faro.
La scelta di oggi richiede tanta competenza e soprattutto tanta visione sia sul futuro dell’Italia, minacciata da una destra estrema, sia, a caduta, sui nostri territori ormai nelle mani della stessa destra che si dimostra prepotente e incapace ma anche per tutte le persone straniere che o per scelta o per necessità approdano sui porti italiani.
Oggi ancora dovrò e vorrò, con umiltà , fidarmi delle stesse persone di Dipende da Noi e altre più esperte di me e mi piacerebbe che avvenisse con le stesse premesse del 2020. Potrei scegliere per me, come tra l’altro ho sempre fatto andando alle urne con convinzione ma per il movimento posso e devo solo ancora affidarmi. Se ci fossero stati i famosi 8 mesi ci saremmo presi più tempo per l’ascolto, il confronto e il dibattito. Saremmo arrivati/e con più consapevolezza e sicuramente con una scelta condivisa.
Ho sperato dell’appello che Roberto Mancini ha fatto ad Acerbo e Fratoianni perché un loro tentativo di trovare una sintesi avrebbe significato un bel segno di convergenza e coerenza dandoci uno spiraglio di respiro maggiore. Silenzio assoluto eppure, mi sembra, qualcosa in campo c’era già da fortificare e mettere come modello proprio come dice Mauro, l’esperimento della per una “società della cura” che poteva rappresentare un interessante punto di partenza per entrambi.
Ma ad oggi lo scenario non è questo.
Cosa possiamo fare allora? Non lo so proprio… io mi affiderò a voi. Ma spero ed auspico ad un dibattito generoso, franco e leale e che possa avere uno sguardo attento alle reali possibilità e rischi. Un confronto che possa diventare per Dipende da Noi spunto per creare relazioni più larghe anche fuori regione e che possa investirci tutti di un senso di responsabilità verso il futuro dell’Italia anche con un nostro, pur piccolo, contributo.
Spero che Dipende da Noi ne esca più convinto dell’importanza del sincero scambio di idee, più saldo nel percorso da fare insieme, più sereno nel pensare che passo dopo passo, anche a tentoni e con errori, potremmo insieme trasformare il modo di fare politica. Ho già detto altre volte che il Noi in Dipende da Noi non ha più il valore della somma dei singoli, come l’avevo inteso all’inizio, ma sta diventando per me un corpo nuovo che ha la capacità di condividere e saldare anche dove tutto si frantuma …
Anche Gandhi non sapeva come farlo, lo ha scoperto durante la strada.
Con affetto e tanta stima
Elisabetta Giorgini
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