Tornano ad avvicinarsi le elezioni politiche nazionali, elezioni che da tanti anni ormai sono diventate molto delicate e problematiche per il nostro paese con la componente progressista, ecologista e antifascista che resta sistematicamente fuori dall’arco parlamentare.
Eppure paradossalmente sono proprio queste tematiche portate avanti dalla sinistra a costituire le emergenze storiche della nostra epoca: la pace, la convivenza interculturale, un rapporto equilibrato con la natura, il diritto per tutte e per tutti di avere diritti.
Nel quadro generale si vedono e si sentono purtroppo le solite dinamiche ma attraverso l’impegno individuale e collettivo con la rete di relazioni politiche del movimento “Dipende da noi”, sarebbe fondamentale che la coazione a ripetere non prevalesse per l’ennesima volta.
Si fronteggiano, almeno per ora e speriamo solo in apparenza, due opzioni egualmente improbabili che hanno già fallito in passato e hanno ottime probabilità di fallire nuovamente.
Da un lato chi, come Europa Verde e Sinistra Italiana, sceglie piuttosto pregiudizialmente la collaborazione con il Partito Democratico a prescindere dal programma e dai contenuti specifici che saranno delineati: una scelta di campo comprensibile dal punto di vista strategico, perché porterebbe probabilmente alla presenza di qualche rappresentante della sinistra e dell’ecologismo all’interno del parlamento italiano. Tuttavia anche semplicemente analizzando il tema della pace e quello del riscaldamento globale emergono distanze abissali sia col Partito Democratico che con altri soggetti che si autodefiniscono di centro ma che tendono a posizioni di destra (ad es. dicendo sì alla partecipazione anche indiretta dell’Italia nella guerra, si all’ennesima riproposizione antiscientifica dell’energia nucleare come energia pulita, no all’estensione dei diritti a tutte le persone a qualsiasi tipologia esse appartengano).
Dall’altro lato c’è invece chi, come l’area che fa capo a Rifondazione Comunista e Potere al Popolo, sceglie un percorso più coerente e corrispondente alle proprie inclinazioni sul piano dei contenuti, ma discutibile sul piano del metodo partendo dall’individuazione del leader anziché dall’elaborazione del programma. Un percorso dall’alto, “istituzionale”, degno anche questo di rispetto, ma che è l’esatto opposto di quello che come “Dipende da noi” ci ha spinto ad impegnarci in politica: il desiderio profondo di trasformare il modo di fare politica partendo dall’ascolto, dalla partecipazione, dall’impegno congiunto di tutte e di tutti.
Rispetto al quadro delineato, quest’anno però c’è una grande novità, una emergenza straordinaria determinata da tre grandi eventi che sono sotto gli occhi di tutte e di tutti ma che la politica miope e codarda non ha il coraggio di affrontare in modo efficace, cioè immediatamente e con una prospettiva di lungo periodo. Il covid, la guerra e l’esplosione del riscaldamento globale possono costituire un punto di non ritorno, l’inizio di un percorso irreversibile. Questi tre eventi ci mettono finalmente di fronte alla necessità di trasformare radicalmente i modelli di vita occidentali caratterizzati dal patriarcato, dalla gerarchizzazione, dalla competizione, dall’individualismo, da relazioni che hanno l’unico scopo di asservire le altre e gli altri per i propri effimeri scopi materiali.
Questi tre eventi ci chiedono risposte nuove, coraggio e immaginazione! Il coraggio di immaginare nuove prospettive abbandonando le vecchie strade dell’autodistruzione e cominciando a costruire insieme un altrove possibile. Questi tre eventi chiedono a tutti i soggetti sani e vivi dell’area democratica, progressista, antifascista un grande sforzo unitario. Un grande fronte popolare pacifista ed ecologista che, ripartendo da esigenze essenziali e indispensabili, come la pace e un rapporto equilibrato e paritario nella natura, riesca a intraprendere un percorso di miglioramento del nostro modo di stare nei problemi e di affrontarli in modo efficace, ricominciando a lavorare dal basso.
L’opportunità è grande e straordinaria e sarebbe un peccato non coglierla perché questo potrebbe essere l’inizio di un progetto che anche se non dovesse ottenere il successo immediato sperato, andrebbe a gettare le basi per una futura trasformazione radicale della società. Il problema è il tempo, non ne abbiamo più: da un momento all’altro si potrebbe attivare una escalation irreversibile per la sopravvivenza della specie umana sulla terra. Ci vogliono subito ascolto, dialogo, cooperazione, unità, responsabilità, creatività e lungimiranza! Chiediamo a noi tutte e tutti di essere all’altezza di questo compito!
Fabrizio Leone
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