Il movimento politico “Dipende da Noi” aderisce con convinzione allo sciopero generale del 16 dicembre 2021 indetto dalla CGIL e dalla UIL contro la politica economica del governo Draghi perché questo sciopero rappresenta un atto politico concreto di riaffermazione dei diritti di chi lavora e della democrazia.
Fin dal suo inizio il governo in carica si è contraddistinto per un rilancio delle scelte e dei metodi tipici della gestione neoliberista della società, mentre invece avrebbe dovuto cogliere l’occasione dell’emergenza pandemica per ricostruire la sanità pubblica e più in generale per avviare un nuovo modello economico, più equo ed ecologico. La politica della privatizzazione sistematica, dell’iniquità fiscale, della tutela degli interessi delle oligarchie finanziarie, della precarizzazione, dell’incuria verso la sicurezza sul lavoro e dell’elusione dei diritti di lavoratrici e lavoratori non è stata minimamente messa in discussione. Anzi è stata resa più aspra, legittimandola con la promessa di impegnare risorse per ogni problema del Paese grazie al PNRR, con l’urgenza di gestire l’emergenza sanitaria e addirittura con la cosiddetta “transizione ecologica”. In realtà si tratta solo di pretesti per portare all’estremo la logica della sovranità del mercato a costo di sacrificare le persone, i diritti, il lavoro, l’equilibrio ecologico e la democrazia. Nella stessa linea e per la identica logica è stata bocciata dal governo la proposta, timidamente avanzata dallo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri, di effettuare un mini prelievo di solidarietà sui redditi superiori ai 75.000 € annui.
Così, anziché fare un passo avanti nella gestazione di una politica economica e sociale veramente democratica, abbiamo fatto molti passi indietro. Perciò lo sciopero del 16 dicembre non è solo un necessario richiamo per pretendere e avviare una svolta di giustizia, ma è anzitutto l’espressione del risveglio delle coscienze ed è un segno di speranza per il nostro Paese e in particolare per le nuove generazioni, perché attesta che il modo di fare politica e di fare economia può essere radicalmente modificato: la sua gestione non sarà lasciata ai banchieri, agli speculatori e ai devastatori del pianeta.
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