La grande occasione delle elezioni comunali

Impegnarsi per le città. Per “Dipende da Noi” l’opera di radicamento nella regione, di coinvolgimento nella soluzione dei problemi collettivi e di sviluppo di un’azione complessiva per la democrazia implica diversi tipi di attività: comunicazione pubblica e prese di posizione tempestive; coltivazione di alleanze sociali e culturali; iniziative di lotta e vertenze; elaborazione di proposte, progetti e leggi di iniziativa popolare; formazione e approfondimenti nella conoscenza delle questioni; cura dei rapporti interni, assemblee deliberative e riunioni organizzative.

Tra queste attività rientra a pieno titolo l’impegno a essere adeguatamente presenti nelle consultazioni elettorali comunali, che sono una grande occasione per concretizzare le nostre finalità. Tale presenza va realizzata naturalmente solo là dove ce ne siano le condizioni. Intendo, in primo luogo, l’esistenza su un certo territorio o in una città di un gruppo attivo di “Dipende da Noi”. È questo il caso, prossimamente, di non pochi Comuni marchigiani. C’è in gioco un insieme di percorsi necessari per concretizzare la nostra presenza sui territori in modo da mantenere l’impegno a prenderci cura delle Marche. Se svolgeremo questa azione con continuità, essa sarà un requisito essenziale per presentarci nuovamente con maggiore credibilità anche alle prossime consultazioni per la Regione.

Come ha proposto Vito D’Ambrosio nell’assemblea regionale di “Dipende da Noi” del 30 aprile scorso, ci serve l’individuazione dei criteri che, con chiarezza e senza rigidità, stabiliscano le coordinate da seguire per evitare errori e contraddizioni con noi stessi, ferma restando la relativa autonomia di ogni gruppo territoriale. Provo a indicare qui i criteri che a mio avviso risultano fondamentali per aiutare i gruppi locali a orientarsi con correttezza e incisività, in sintonia con tutto il nostro movimento. Presento qui la mia riflessione per alimentare il nostro dibattito interno.

Il metodo. Il principio basilare è l’adozione del metodo della democrazia integrale, che abbiamo concepito e seguito per le elezioni regionali. Esso indica che l’analisi della situazione data, le priorità di programma, il metodo d’azione e la scelta delle persone candidate siano in armonia tra loro. Analisi, priorità e metodo sono strettamente interdipendenti. Infatti gli obiettivi qualificanti per una città non si possono scegliere esclusivamente all’interno delle riunioni, che siano di “Dipende da Noi” soltanto o insieme ad altre forze politiche. Noi formuleremo idee e progetti, potremo senza dubbio confrontarci su di essi con gli altri partiti compatibili con il nostro orientamento, ma mai definiremo un programma a prescindere dall’apporto di istanze e di proposte che vengono dalla cittadinanza. Non parlo di “cittadini/e” in astratto, bensì di gruppi, associazioni, comitati, residenti in un certo quartiere. Queste presenze vive vanno incontrate, ascoltate, sollecitate con idee che esponiamo, in maniera da costruire un processo di progettazione partecipata. Possiamo imparare molto da questo dialogo.

Non si tratta di organizzare incontri nei quali diciamo alle/ai cittadine/i “vi ascoltiamo” senza che noi prendiamo alcuna posizione e dichiariamo il nostro orientamento, né servono incontri nei quali, al contrario, facciamo le proposte e semplicemente chiediamo l’assenso a chi ci ascolta. Occorre il dialogo vero, dove ognuno parla, ascolta, propone, sino a maturare scelte il più possibile condivise. Secondo il metodo che adottiamo, la partecipazione va arricchita dal contributo delle conoscenze più avanzate rispetto a ogni tema affrontato. Quindi la consultazione di esperti, l’uso di studi già esistenti, il ricorso a fonti preziose per inquadrare i problemi sono un elemento metodologico imprescindibile. Ed è essenziale che si parta da una lettura lucida della storia recente e della situazione della città. La prima fase dell’impegno per le elezioni comunali è data proprio dall’analisi rigorosa e profonda del contesto in cui operiamo.

In tutto questo dev’essere costante l’attenzione etica per cui il criterio del rispetto per le persone e per la natura e della cura del bene comune è assunto sistematicamente come fondativo di ciò che si propone. Importante non è solo il programma che si costruisce, ma sempre anche il modo in cui si arriva a questo documento. Analisi, ascolto, dialogo, partecipazione, progettazione condivisa e attenzione etica determinano la validità e la fecondità del nostro approccio. Così esso potrà superare la diffidenza di moltissime persone verso “la politica” risultando credibile per chiunque sia disgustato dalla politica convenzionale e dunque per la grande quota di elettorato che non va più a votare.

Il progetto. Gli obiettivi di rinnovamento per la città dovranno configurarsi, più che come il solito “programma” che spesso si riduce a un testo formale e poco rilevante, come un vero progetto aperto, ispirato a un’idea propulsiva circa l’evoluzione e il futuro della comunità cittadina. Non potrà essere una lista di obiettivi a sé stanti, né riguardanti il solo settore urbanistico e delle opere pubbliche, come spesso capita nel contesto delle elezioni comunali. Urbanistica, ecologia, problemi del lavoro e dell’economia, servizi alla persona e politiche sociali, cultura, coltivazione della partecipazione sono tutti aspetti interconnessi. Un progetto è intelligente se coglie l’interazione strutturale tra i temi e poi, nel governo della città, tra gli assessorati.

La chiave per concepire proposte e priorità è quella dell’ecologia integrale, che significa giustizia sociale, lotta alle diseguaglianze, tutela dell’ambiente, rispetto delle differenze di genere, di generazione, di provenienza culturale.

Le alleanze. Per un movimento come “Dipende da Noi” la prima alleanza non è con altri partiti, è con la città. O con quella vasta parte della città che ha bisogno di un profondo rinnovamento.

In quest’ottica è chiaro che non si parte dalle candidature. Si tratta invece di costruire progressivamente una sintesi sociale (data dai gruppi, dalle categorie, dalle porzioni di società cittadina che si coinvolgono), una sintesi culturale (data dall’idea-chiave e dai principi fondamentali del progetto) e una sintesi politica (data eventualmente dall’alleanza tra le forze politiche che sono unite nel progetto e data dalle conseguenti candidature, anzitutto quella a sindaca/o). Quest’ultima deve scaturire dal maturare contemporaneo delle prime due forme di sintesi.

Bisogna evitare il grande errore di chiudersi in un confronto di riunioni tutte interne al circuito delle forze politiche esistenti. In ogni caso quel circuito è sterile e incapace di rigenerare la vita democratica del territorio. Se ci si mette in quella strettoia, trascurando il dialogo con la cittadinanza, ci si ritrova a fare mosse su una scacchiera in cui i giochi sono più o meno già fissati secondo la solita logica di potere. La nostra forza progettuale e contrattuale non sta mai in una presunta percentuale elettorale, ma nel radicamento e nel dialogo con la città. “Dipende da Noi” non è nata per riprodurre il modo convenzionale di fare politica, come se essa fosse un gioco per pochi iniziati e professionisti. Di conseguenza, alleanze elettorali e candidature dovranno scaturire in seguito al processo di costruzione del progetto per la città e del coinvolgimento delle forze della società civile del territorio. Ogni candidatura dovrà essere l’espressione credibile della sintesi anzitutto sociale e culturale, e poi politica, maturata insieme.

“Dipende da Noi” vuole evitare la presunzione di sentirsi “superiore”. Perciò la sua partecipazione a consultazioni elettorali viene attuata nella prospettiva di costruire tendenzialmente vere alleanze, adeguate al conseguimento delle finalità del proprio progetto. Ci si presenterà da soli solo dopo aver verificato con pazienza che non ci siano le condizioni reali per un’alleanza autentica e credibile. Le forze politiche interlocutrici devono avere un minimo di compatibilità con la nostra prospettiva di sinistra etica, politica e popolare. L’alleanza prenderà corpo sulla base dell’accordo sul metodo e, poco a poco, sul progetto. Anche qui dobbiamo evitare sia un atteggiamento di pregiudizio negativo che brucia subito il potenziale rapporto positivo con le altre forze politiche, sia un atteggiamento di alleanza a ogni costo per timore dell’insuccesso elettorale, magari fatta con persone e partiti che per come hanno già governato non hanno alcuna credibilità.

È vitale che riusciamo a suscitare tutte le soggettività e le energie sinceramente disponibili per rigenerare la democrazia nella città. Per un cammino così delicato e ambizioso sono necessari la fiducia trasformativa per cui sappiamo che ci sono spiragli per rinnovare la situazione, lo spirito costruttivo che ci rende propositivi e tenaci, il superamento di qualsiasi personalismo e gusto per la polemica in se stessa.

In sintesi, i criteri da rispettare riguardano il metodo, il progetto e le alleanze. Ma su tutto questo dovremo arrivare a un documento del Coordinamento regionale, che poi sia rivisto e approvato da tutta l’Assemblea delle persone aderenti.

Un’ultima osservazione. In un cammino del genere dobbiamo avere la pazienza di chi coltiva la terra. Noi coltiviamo democrazia e lo facciamo in modo ecologico, senza scorciatoie tossiche. Quindi non sempre si può pensare di produrre il rinnovamento nel giro di un appuntamento elettorale. Per modificare le situazioni incancrenite servono anni. L’importante è seguire il processo di rigenerazione democratica tappa per tappa. Per noi “vincere” le elezioni significa anzitutto invertire le tendenze e affermare la democratizzazione invece del degrado politico. Per chi si muove con questo spirito vale l’osservazione di Nelson Mandela: “non si perde mai, o si vince o si impara”.

Roberto Mancini

Write a comment