La recrudescenza del Covid 19 sta mettendo in evidenza i ritardi e le approssimazioni dell’azione istituzionale del Governo e anche della nostra Regione. La lista degli errori è lunga: aver disatteso gli impegni per rafforzare la sanità pubblica sia negli ospedali che nel territorio; non aver programmato per tempo la ripresa delle attività scolastiche; non aver rafforzato il trasporto pubblico; aver sottovalutato la realizzazione di protocolli, sostenuti con risorse adeguate, per consentire a tante attività commerciali e artigianali di poter continuare le attività in sicurezza; aver eluso la necessità di una rimodulazione degli orari di lavoro e anche una riduzione degli stessi. Non si è capito che questa emergenza imponeva una profonda trasformazione del sistema nel suo insieme. I raffazzonati DPCM e le sceneggiate dei “governatori” delle regioni sono due facce della stessa medaglia. Sono mancati l’ascolto e il coinvolgimento della società nelle sue articolazioni, comprendendone le esigenze, costruendo soluzioni condivise, aiutando le persone a comprendere l’esigenza delle limitazioni atte a non propagare il contagio.
Oggi, terminato il clima inizialmente solidale della prima fase, comincia a scoppiare la protesta. Una protesta che ha molte ragioni e che porta in piazza il piccolo commercio, gli operatori della ristorazione, i lavoratori della cultura, gli operatori turistici, i tanti operai che vivono solo della promessa della cassa integrazione e su molti dei quali incombe il licenziamento.
Spesso le proteste sono fomentate dalla destra fascista e negazionista, che non perde occasione per alimentare lo scontro. Ma la protesta di chi non ce la fa ad andare avanti indica comunque l’urgenza di adottare gli antidoti tipici di una democrazia avanzata: la lotta alla diseguaglianza, la costruzione del consenso nelle misure emergenziali, l’informazione corretta, la solidarietà, l’introduzione di una tassa patrimoniale per avere le risorse necessarie a rafforzare rapidamente la sanità pubblica e a sostenere tutte le categorie economicamente più penalizzate.
Noi siamo impegnati a incontrare tutti quei soggetti che anche nella nostra Regione si stanno muovendo con sollecitudine e responsabilità per correggere i tanti errori della gestione dell’emergenza e per esigere gli interventi che possono ricostruire quella socialità solidale che è indispensabile per sconfiggere la pandemia e l’impoverimento di massa.
movimento d’impegno civile “Dipende da Noi”
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