Nelle democrazie mature è di centrale importanza garantire ai cittadini un accesso libero e gratuito all’INFORMAZIONE di qualità. Del resto, senza informazioni dettagliate e in mancanza di strumenti interpretativi per filtrarle, come si possono prendere decisioni consapevoli sul bene comune? Nel tempo delle cosiddette “fake news” e della iperconcentrazione di potere nelle mani dei mass media mainstream, è importante ribadire il diritto al pluralismo, mettendo in condizione le persone sia di farsi un’idea sui temi di interesse pubblico, che di porre domande perfino scomode.
L’emergenza generata dal Covid-19, con i risvolti di salute pubblica e biopolitici a essa connessi, rende l’idea di quanto sia importante conservare lucidità e attenzione. Mai come in questo periodo risultano pericolose le estremizzazioni: la più infantile è quella per cui gli “esperti” di turno necessariamente mentono ai cittadini, in quanto rappresenterebbero per definizione i poteri occulti che manovrano l’intera società. All’opposto c’è una convinzione altrettanto pericolosa: la vita di tutti deve essere messa completamente nelle mani dei suddetti “esperti”, cancellando ogni possibilità di pensiero, di dubbio, di SENSO CRITICO indispensabile.
Trovare una via di mezzo, adulta e argomentata, sembra oggi quasi impossibile. Eppure un buon uso dell’informazione, dei media e del giornalismo, può essere solo quello che invita a problematizzare la realtà, stimolando studio, ricerca e confronto. Concordare con le indicazioni delle autorità governative e scientifiche (come stiamo facendo rispettandole responsabilmente da più di un mese) non deve significare “obbedire passivamente” e dismettere l’arte del pensiero. Anche restando a casa, per evitare la diffusione del contagio, dobbiamo mantenere attivo il desiderio di comprendere cosa sta accadendo nelle nostre vite, di porre questioni e immaginare un “dopo” finalmente discontinuo rispetto al “prima” che ci ha condotti sull’orlo del baratro.
Ecco perché preoccupa la pretesa del mainstream di incarnare la verità e la richiesta concomitante di silenziare le voci dissonanti che non si aggiungono al coro. Sorvegliare democraticamente i mass media, nell’odierna società dello spettacolo, è una priorità per chiunque desideri una democrazia viva e costruttiva. Tra i signorsì e i signor-no di principio (quelli che considerano, in maniera simmetrica e complementare, la controinformazione come fonte di verità assoluta), il nostro impegno deve essere sempre di più quello di rischiare l’azzardo dell’intelligenza. Perché il campo dell’informazione-comunicazione rimane strategico per chiunque intenda decolonizzare l’immaginario dominante.
Paolo Bartolini
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