La storia del gruppo Merloni, per anni considerato un modello di organizzazione produttiva e lungimiranza industriale, invece nascondeva tutti i limiti di un capitalismo senza anima, basato sul comando e sul vantaggio comparativo del cosiddetto “metalmezzadro”.
In mezzo ci sono stati oltre 15 anni di reticenze, inettitudini, subalternità delle istituzioni politiche nazionali e della nostra regione.
Nella brutta storia che ha portato a questo pessimo e inaccettabile risultato pesa l’assenza di controllo e di indirizzo, di promozione industriale e di progetti di riconversione che avrebbero dovuto accompagnare il passaggio di proprietà.
Ci chiediamo dove fossero i dirigenti della Svim o le progettazioni della “Meccano” mentre nel fabrianese si consumava questa drammatica agonia.
Siamo senza dubbio a fianco dei lavoratori della ex JP e delle loro famiglie, ma sappiamo che la solidarietà non basta, occorre agire presto per il rilancio della capacità produttiva delle aziende del fabrianese.
In quelle fabbriche ci sono intelligenze, competenze, professionalità capaci di rilanciare quelle industrie e quei prodotti. Quello che occorre è un progetto nuovo, che trasformi le produzioni mirando a spazi reali di mercato e che sia sostenuto dall’intervento diretto della Regione e dello Stato.
Il movimento “Dipende da Noi” s’impegna a promuovere questo progetto in Regione e nell’opinione pubblica marchigiana, che deve mobilitarsi per porre fine a questa lunga mortificazione della creatività economica delle Marche.
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