Il movimento regionale Dipende da Noi è sorto per la volontà di dare un contributo per rinnovare la politica nella Regione Marche, per creare un canale tra la parte più impegnata della società civile e l’istituzione regionale, per dare voce ai gruppi, alle associazioni di volontariato e ai singoli presenti in tutto il territorio delle Marche.
Nel nostro movimento ci sono tante persone che hanno sensibilità, esperienze ed età differenti. E che hanno ripreso a sperare, sapendo che la speranza non è un auspicio generico, ma è azione comune per superare le difficoltà.
Molti sono scoraggiati e convinti che non possono fare nulla per una politica diversa. La sfiducia è la base emotiva per lasciare campo libero alle politiche peggiori. Bisogna uscire da questa trappola.
Dipende da noi se le prossime elezioni del Consiglio Regionale delle Marche e del nuovo Presidente saranno l’occasione per cominciare a liberare la regione dall’inerzia politica.
La giunta Ceriscioli ha governato male, soprattutto aggravando la crisi del sistema sanitario e favorendone la privatizzazione, lasciando a se stessi i cittadini colpiti dal terremoto del 2016, mancando al compito di coordinare il rilancio dell’economia regionale. Mai come oggi la Regione come istituzione risulta lontana dalla Regione come comunità di persone che vivono su uno stesso territorio tanto bello quanto trascurato da chi doveva governarlo per il bene di tutti.
Dipende da noi portare nel circuito asfittico dell’istituzione regionale la forza di un movimento democratico fatto da cittadini, associazioni, reti, comunità e liste civiche comunali, tutti soggetti al servizio del progetto di fare delle Marche una regione abitabile volentieri e con dignità.
Una regione dove nessuno viene abbandonato e dove il futuro non viene lasciato agli interessi di pochi a scapito della collettività.
Dipende da noi se potrà iniziare a fiorire una forte cultura di riqualificazione della democrazia che dia vita a un progetto-processo di trasformazione qualitativa, orientata sulle vere priorità:
- la revisione del piano di interventi per la ricostruzione nelle zone terremotate, concordato con i cittadini residenti e con gli amministratori locali, per velocizzare e adeguare i provvedimenti alle esigenze della popolazione;
- una sanità pubblica che garantisca a chiunque il diritto alla salute, tagliando sì gli sprechi ma non i presidi sanitari sui territori e senza costruire megastrutture lontane dalla gran parte dei marchigiani
- un piano di collaborazione con le istituzioni educative e di ricerca (scuole, università, associazioni giovanili e di volontariato) in modo che l’infanzia e i giovani nelle Marche abbiano un’attenzione speciale;
- un sistema di servizi sociali attento alle diverse tipologie di fragilità, e dunque attento alle persone, che sia orientato non in senso aziendalista ma nel senso della prossimità comunitaria dove nessuno viene abbandonato;
- una rivoluzione metodologica che coinvolga i soggetti economici operanti nelle Marche per un’economia che valorizzi le risorse produttive, artistiche e ambientali, che difenda posti e qualità del lavoro generando opportunità occupazionali, che trovi maggiore forza (e non un limite) nella salvaguardia della natura, a partire dallo sviluppo della bioagricoltura e dalla tutela del paesaggio;
- un piano di inclusione democratica per le persone migranti, che traduca in forme adeguate i criteri dell’esperimento di Riace, fatto fallire proprio per la sua valenza metodologica esemplare;
- un sistema sapiente di riorganizzazione dei trasporti, della gestione pubblica dell’acqua e dei servizi pubblici locali che coinvolga cittadini, lavoratori e utenti.
Dipende da noi spezzare il circuito soffocante del gioco tra i partiti oggi rappresentati nel Consiglio Regionale, che si sono mostrati sterili, presi solo da se stessi.
Il nostro movimento e la lista che intende presentare per le elezioni regionali del 2020 vogliono concorrere a un vero governo della Regione. Per farlo il passo fondamentale non è allearsi con questo o quel partito, ma far entrare la vita della società civile nell’istituzione regionale. Noi siamo alleati anzitutto della società marchigiana nelle sue espressioni più cariche di futuro e di democrazia. E se certo non escludiamo per pregiudizio la possibilità di collaborare con altre forze democratiche e rifuggiamo da ogni settarismo, la condizione perché questa collaborazione abbia luogo è che finalmente esse si siano rinnovate per rendere giustizia ai sacrificati dalla vecchia politica regionale: donne, lavoratori, disoccupati, giovani, anziani, migranti e persone rese marginali per le cause più disparate. Non ci definiamo per il gioco di alleanze dentro il circuito della solita politica, ci qualifichiamo per il metodo d’azione che fa irrompere in quel circuito le forze liberatrici dei soggetti sociali e culturali più avanzati.
Per noi vale il criterio dell’interdipendenza tra il programma di priorità per le Marche, il metodo d’azione e la qualità delle persone di riferimento.
Gli obiettivi indicati si raggiungono se tutti noi saremo disposti a metterci al servizio del fine che oggi è giusto e urgente: rendere le Marche un posto dove chiunque può vivere vedendo rispettati i propri diritti e facendo la propria parte per il bene comune, una regione che contribuisce alla rinascita della democrazia in Italia e in Europa.
Crediamo che la persona in grado di rappresentare al meglio la credibilità dell’iniziativa che proponiamo nella nostra regione sia Roberto Mancini, docente universitario da sempre impegnato nei movimenti per la pace e per l’economia sociale e solidale.
Molte liste civiche comunali, associazioni, personalità della cultura e della ricerca scientifica, singoli cittadini hanno già manifestato la volontà di aderire a questa nostra proposta per la rinascita delle Marche.
Vi invitiamo a dare, come noi abbiamo già fatto, la vostra adesione, che è indispensabile per dare concretezza, forza e piena soggettività collettiva a questo progetto.
Roberto Mancini
Roberto Mancini è docente di Filosofia Teoretica all’Università di Macerata. Pratica la ricerca filosofica come sviluppo di una visione della vita che sia in armonia con la giustizia e il bene comune.
Per questo collabora da molti anni con il Centro Volontari per il Mondo di Ancona, con il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA), con la Rete di Economia Solidale, con il Gruppo Abele, con numerose associazioni di volontariato e con molte scuole per l’aggiornamento degli insegnanti. Ha ricevuto il premio “Zamenhof – Voci della pace” dall’Associazione Italiana per l’Esperanto.
È direttore della Scuola per l’Economia Trasformativa dell’Università per la Pace delle Marche. È tra i fondatori del movimento d’impegno civile “Dipende da Noi”.